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L'ascesa delle politiche offertiste

Secondo dopoguerra - anni '60: liberalismo corporato; anni '60 politica di stampo keynesiano, la New Economics, ma i costi della guerra in Vietnam e la difficile gestione della politica fiscale causarono critiche che individuarono nella New Economics il capro espiatorio. Ritornò in auge così l'ideologia liberista conservatrice, che sostituiva il Male keynesiano, la disoccupazione di massa, col Male del monetarismo, l'inflazione. La politica monetarista introdotta da Volcker nel '79 continuò fino all'82 provocando la più grande recessione del dopoguerra. Il monetarismo rischiava di scatenare forti reazioni politiche, perciò si fecero sotto i sostenitori delle politiche offertiste. La loro ascesa fu dovuta ad un intenso marketing ideologico, dovuto anche alla vicinanza di questi giornalisti (e non accademici!) con organi di stampa quali il Wall Street Journal. I principali riferimenti accademici degli offertisti erano Mundell e Laffer. Krugman riassume l'offertismo con una frase: "L'economia degli Usa ricaverebbe un grosso beneficio dalla riduzione delle imposte". Essi sostenevano che una riduzione delle imposte avrebbe stimolato gli investimenti rinforzando la crescita e riducendo la disoccupazione. Non si temevano effetti inflattivi perchè sarebbero stati stimolati gli investimenti e non i consumi. La semplicità di queste idee facilitò la loro affermazione. Questa teoria s'innestava in un clima di aggressiva demolizione del ruolo dello Stato.

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