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Azione di Filippo IV, Il Bello


All'inizio del XIV secolo re Filippo IV, detto Il Bello, trovò utile e conveniente distruggere il Tempio e così agì. Egli era sia un politico astuto che un religioso megalomane, il regno ereditato nel 1285  era molto grande e unito, con una sola moneta, un sistema di leggi uniforme e codificato e un'efficiente burocrazia affidata ora a giuristi. Filippo si era votato a consolidare l'unità e incrementare il potere dello stato, questo per lui era un dovere sacro, e con una ferrea volontà non dubitò ami di agire nell'interesse di Dio, anzi ritenne fosse Dio che agiva attraverso di lui. Fanatico autentico decise di imbarcarsi in irrealistici progetti e la situazione si creò dopo il collasso dell'impresa cristiana in Terra Santa. Dal 1292 il mistico catalano Raimondo Lullo, interessato alla possibilità di convertire l'Islam al Cristianesimo, propagandò delle proposte per combinare azione militare e missionaria. I missionari , conoscitori dell'arabo dovevano essere sostenuti da un esercito crociato, il cui nucleo era costituito dalle forze unificate del Tempio e Ospedale; l'armata sarebbe stata comandata da un re particolare, il “Bellator Rex”, che alla fine sarebbe divenuto re di Gerusalemme.

Tratto da I TEMPLARI di Elisa Giovinazzo
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