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I principi o regole della localizzazione

I principi o regole della localizzazione


1) Certi costi produttivi delle manifatture sono costi spazialmente fissi, cioè restano più o meno invariati, per entità o importanza relativa, ovunque l’industria sia collocata, all’interno di un contesto regionale o nazionale. Ne sono esempio i salari stabiliti dai contratti di lavoro nazionali o di settore.
2) Altri costi di produzione delle manifatture sono costi spazialmente variabili, cioè presentano differenze da un posto all’altro, sia per entità che per il contributo relativo al costo totale di lavorazione.
3) Scopo ultimo dell’attività economia è la massimizzazione dei profitti. L’obiettivo di profitto è ottenuto con maggiore probabilità se l’industria manifatturiera è situata nella localizzazione di minor costo totale.
4) Le spese di trasporto sono assai variabili. In quanto tali, essi stessi possono divenire determinanti per la localizzazione, conferendo un orientamento alle decisioni circa la sede degli impianti.
La varietà di materie prime impiegate può imporre un’ubicazione intermedia degli impianti: il minor costo, infatti, può risultare non dal costo di un singolo materiale grezzo, ma dai costi spazialmente differenziati di diverse materie prime che devono essere riunite. Le risorse energetiche inamovibili oppure di limitata trasferibilità possono attrarre alcune industrie da esse dipendenti. Così avvenne agli inizi della rivoluzione industriale, quando località ricche di energia idraulica  determinavano la localizzazione delle industrie tessili e il combustibile attirava le acciaierie e le aziende siderurgiche.

Tratto da I CONCETTI CHIAVE DELLA GEOGRAFIA di Gabriella Galbiati
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