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Il cambiamento della musica e la tradizione


Nel Diciottesimo secolo, quando gli europei iniziarono a raccogliere la musica delle campagne e dei paesi esotici, dei luoghi lontani dalle loro patrie, pensavano che la “vera” musica tradizionale stesse morendo.
Da allora, ogni volta che è stata scoperta una nuova cultura musicale, i raccoglitori europei e nordamericani hanno pensato che la musica proposta dalla sua generazione più vecchia fosse quella più autentica, ed hanno conferito ad essa una qualità al di là del tempo, deplorando, solitamente, qualsiasi novità. Questa opinione proposta dall'esterno non ha mai rispecchiato il modo in cui le culture musicali in realtà funzionano, o stabiliscono la credibilità necessaria alla gente per la propria scelta creativa.
In ogni dato momento, all'interno della maggior parte delle comunità, circolano tre tipi di musica:
1) la musica così antica da essere riconosciuta come “propria” di cui nessuno mette in dubbio (o qualche volta neanche conosce) le origini;
2) la musica di una generazione antecedente, ritenuta affascinante o magari classica e
3) la musica più recente o corrente, commercializzata e riconosciuta come l'ultimo sviluppo. Queste musiche recenti possono essere locali o importate o, più probabilmente, una combinazione delle due cose, perché oggi il mondo è talmente collegato elettronicamente che le musiche sfrecciano avanti e indietro molto più velocemente rispetto a un centinaio di anni fa.
In altre parole, le culture musicali sono più dinamiche che statiche. Esse cambiano costantemente in risposta a pressioni interne ed esterne. È errato pensare che una cultura musicale sia qualcosa di isolato, stabile, omogeneamente funzionante, impenetrabile e non influenzate dal mondo esterno. Di fatto, come vedremo nel capitolo 4, le persone di una cultura musicale non hanno bisogno di condividere la stessa lingua, la nazionalità o le origini etniche. Negli anni Novanta il blues diviene una musica popolare con esecutori diffusi in tutto il mondo. Le persone di una cultura musicale non hanno nemmeno bisogno di condividere tutti le stesse idee riguardo la musica - e, in pratica, non lo fanno. Quando le culture musicali cambiano (ed esse sono sempre in mutamento) sono sottoposte a frizioni: le “regole” dell'esecuzione musicale, dell'estetica, dell'interpretazione ed il significato vengono negoziate, e non sono più fisse. Ogni generazione rielabora la storia della musica.» (Titon 2003, pp. 6-12)

Gli studenti sono caldamente invitati a soffermarsi sulla definizione di “cultura musicale” e a riflettere sulle sue componenti (“Idee sulla musica”; “Organizzazione sociale della musica”; “repertori musicali”) con riferimento alle pratiche musicali della Sardegna al centro di questo corso di studi.

Tratto da I MONDI DELLA MUSICA. LE MUSICHE DEL MONDO. di Elisabetta Pintus
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