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Punti fondamentali dell'etnomusicologia oggi


Al di là delle diverse definizioni, dei diversi approcci e metodologie utilizzati si possono individuare alcuni punti rilevanti dell’attività etnomusicologica su cui grosso modo v’è accordo fra gli studiosi. Tali tratti identificano e caratterizzano uno studio etnomusicologico da – ad esempio – un reportage giornalistico. Seguendo Bruno Nettl (1983) si possono considerare cinque punti di cui si ha riscontro nella letteratura etnomusicologica nel suo insieme:

1. (costanti e variabili) Compresenza di due prospettive fondamentali nelle ricerche – ossia da un lato la tendenza a definire le analogie che gli uomini condividono in fatto di musica e nei loro comportamenti musicali; dall’altro lato l’attenzione verso l’infinita varietà dei fenomeni musicali presenti nel mondo. Solitamente gli studi etnomusicologici tengono in considerazione gli elementi costanti elaborati dall’uomo per ciò che riguarda lo specifico musicale e i relativi comportamenti, ma sono ugualmente pronti a osservare attentamente il campo inverso, quello delle infinite varietà dei fenomeni musicali che vengono o che possono essere realizzati (o immaginati) nel mondo (vedi oltre la parte sulla world music).

2. (ricerca sul campo) Necessità di costruire i propri studi muovendo dalla ricerca sul campo che ciascun etnomusicologo deve svolgere in prima persona. La ricerca sul campo è un momento qualificante di qualsiasi studio etnomusicologico e fa parte integrante di qualsiasi iter analitico, sia esso ad impostazione musicologica che antropologica.

3. (verificabilità dei procedimenti) Necessità di basare le proprie trattazioni (articoli, libri, opere multimediali) sulla base di procedimenti analitici esplicitati, comprensibili e verificabili da tutti. Ciò riguarda sia l’esame delle strutture musicali (che deve essere realizzato ricorrendo a sistemi di trascrizione/simbolizzazione chiari e decifrabili immediatamente dal lettore) sia i procedimenti di acquisizione dei dati su campo e la loro elaborazione.

4. (rapporto suono/uomo/cultura) Imprescindibilità dello studio del fatto musicale in quanto fatto comunque culturale, ossia l’obbligo di tener conto ad ogni modo dei rapporti fra strutture sonore e scenario culturale (e ciò anche nel caso di studi di carattere marcatamente musicologico tesi a evidenziare le norme di un sistema musicale)

5. (continua trasformazione) Necessità di tener conto comunque dello studio dei processi che fanno sì che una musica cambi, si evolva, si stabilizzi o scompaia - sia che si tratti di un canto, di un repertorio o di una cultura musicale intera.

Tratto da I MONDI DELLA MUSICA. LE MUSICHE DEL MONDO. di Elisabetta Pintus
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