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Il Discorso dei Media



Analisi (critica) del discorso
Il discorso può essere definito come l’uso del linguaggio come parte della vita sociale. Il discorso è il linguaggio usato in un determinato contesto, per un determinato scopo; è una costruzione sociale della realtà; una forma simbolica di conoscenza. Il linguaggio e il discorso sono dei modi con i quali veniamo a conoscenza della realtà. L'analisi del discorso analizza come il linguaggio viene usato per costruire la realtà e non è tanto interessata solo al contenuto dei testi, a cosa dicono, ma anche – e soprattutto-a COME lo dicono. L'analisi critica del discorso (Critical Discourse Analysis, CDA), secondo Van Dijk, è un tipo di analisi del discorso che studia soprattutto il modo in cui l'abuso di potere, la supremazia e l'ineguaglianza sono messi in atto, riprodotti e rafforzati per mezzo di testi scritti e orali nel contesto politico e sociale. La CDA ha le sue origini nella linguistica critica, interessata a studiare il LINGUAGGIO COME PRATICA SOCIALE che produce visioni sul mondo e le NATURALIZZA, facendole apparire scontate e inevitabili, appunto naturali. Centrale nella prospettiva della CDA è la nozione di ideologia e il suo influsso sui meccanismi cognitivi individuali, rispetto ai quali è evidente il ruolo che viene svolto dai media. L'approccio critico al discorso mediale viene analizzato sia in ambito filosofico (Foucauòt), sia sociologico (Van Dijk), sia linguistico (Halliday).

Foucault: l’ “ordine del discorso”
Chi ha inventato l'analisi del discorso? Foucault!
Secondo l’approccio filosofico di Foucault il discorso è costruzione della realtà.
Il linguaggio, per lui, è l’insieme dei discorsi in un determinato periodo storico.
Il discorso è costruttore di conoscenze: non vi è un significato preesistente di oggetti già dati, né una concezione del discorso come specchio di ideologie o conoscenze. E’ la pratica discorsiva di un periodo storico a determinare l’esistenza dei significati.
L'ordine del discorso è espressione e generatore di potere.

Ideologia
La nozione di ideologia è simile all’idea di “stile di vita”.
Le ideologie offrono schemi di interpretazioni della realtà, che risultano comuni per gli appartenenti ad un dato gruppo e che si manifestano nei discorsi.

Van Dijk: l’approccio sociocognitivo
Le interazioni sociali tra individui si realizzano attraverso testi-discorsi, che vengono interpretati dai soggetti attraverso le loro capacità socio-cognitive. Si sviluppa dunque una memoria che è sia di tipo episodico (soggettiva, legata alle esperienze personali), sia sociale (ossia formata di valori condivisi dal gruppo). Ciascun discorso di ogni soggetto, poiché l'individuo fa parte di un gruppo, rifletterà i suoi modelli mentali (soggettivi) come persona e le sue conoscenze e attitudini in quanto parte di un gruppo, cioè le rappresentazioni mentali condivise con gli altri soggetti. Nella prospettiva impegnata dalla CDA si sostiene che, attraverso i discorsi (linguaggio e media), è possibile esercitare un controllo da parte di un gruppo su altri più deboli attraverso una gestione della comunicazione dell'informazione. Il controllo sui discorsi influisce sulla costruzione dei modelli mentali individuali. Si può agire sul contesto e sulla struttura del testo/discorso, attraverso la selezione delle notizie, la scelta degli spazi da assegnare, del genere, ecc. Il primo controllo lo si applica al discorso scegliendo l’argomento, la titolazione, il lessico ecc. Secondo Van Dijk questi tipi di controllo, esercitati su testo e contesto, producono i loro effetti nel creare o modificare, secondo l'interesse del gruppo che detiene il “potere” dell'informazione, la mente, le rappresentazioni sociali degli spettatori.

Il linguaggio come semiotica sociale
Halliday, con la sua teoria linguistica, parla del linguaggio come istituzione e come sistema.
Si tratta di rapportare i due sistemi (linguistico e sociale) tra loro.
Nel primo caso, prende in esame la variabilità di registri e dialetti a seconda delle caratteristiche sociali e delle attività cui si partecipa. Nel secondo caso gli enunciati sono il frutto di scelte operate su vari livelli (semantico, lessico – grammaticale, fonologico), le quali rappresentano anche metaforicamente la realtà.
Il sistema definito da Halliday offre tre modalità significative, tre metafunzioni a disposizione del parlante:
- Metafunzione ideazionale: capacità di esprimere qualcosa a proposito del mondo: il parlante è un osservatore della realtà circostante e ne riporta la configurazione.
- Metafunzione interpersonale: riguarda l’atteggiamento del parlante nel contesto discorsivo e alla sua posizione nei confronti dell'interlocutore, che si manifesta nelle relazioni di ruolo.
- Metafunzione testuale: riguarda l’organizzazione dell’informazione nel testo, attraverso la tematizzazione e il riconoscimento dell’informazione nuova rispetto a quella data (tema – rema).
Le scelte operate nella costruzione del messaggio hanno rilevanza per tutte e tre le metafunzioni.

Tratto da IL DISCORSO DEI MEDIA di Sara Consonni
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