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Giuseppe Pane sbarca in America

Quando, sul finire del 1835, Garibaldi approda a Rio, tra gli esuli italiani (arrivati dopo la Restaurazione, i moti del 1820-21 e del 1831) sono già diffuse le idee mazziniane: ciò si ricava dai rapporti dei rappresentanti degli Stati Italiani, che informavano i loro governi in merito alle attività politiche dei loro concittadini. 
La missione affidata da Canessa a Garibaldi era, a quanto si ricostruisce dalla corrispondenza tra i due, quella di fondare in Brasile una filiale sudamericana della Giovine Europa, allo scopo di raccogliere e preparare volontari combattenti per rientrare in Italia allo scoppio della rivoluzione. Tra i circa trenta aderenti all'associazione, Garibaldi stringerà duraturi rapporti di amicizia con Luigi Rossetti e Giovan Battista Cuneo. 
In attesa di notizie dall'Italia, Rossetti e Garibaldi per tutto il 1836 si dedicano senza grande fortuna al commercio marittimo navigando con la Mazzini, acquistata dall'associazione per il rientro in Italia dei volontari. 
In una lettera del 27 dicembre a Cuneo, trasferitosi a Montevideo per fondare un'altra filiale della Giovine Europa, Garibaldi confida: «Son stanco, per Dio, di trascinar un'esistenza tanto inutile per la nostra terra; di dover far il mercante marinaro; sii certo, che siamo destinati a cose maggiori; siamo fuori dal nostro elemento, per ora, e tarda molto il momento di tuffarvisi».


Tratto da IL MITO DI GARIBALDI NEL RIO GRANDE DO SUL di Isabella Baricchi
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