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La chiave per il futuro


Si parla ora di brand.com, di scorpion brand, il pubblico è mutevole, camaleontico, ci sono i narrow casting e il media neutral. Che fare? Cosa farà l’agenzia?
L’agenzia dovrebbe integrare le diverse discipline in un’unica rete, si è visto. In realtà non lo fa. Le funzioni agiscono indipendenti anche quando chiamate insieme. L’agenzia declina la copy idea sugli strumenti di marketing. Non c’è un ARCHITETTO del caso che decida dove appaltare i diversi specialisti (pubblicitari etc) e che concorra a creare il senso di marca.
Certo, le autonomie gestionali rimarranno tali, come è giusto che sia. I network però sembra siano nati solo per incentivi economici di economie di dimensionali e non quanto per incontrare le esigenze della marca oggi giorno. L’architetto deve perciò essere un ente separato che cura l’architettura, la strategia dunque, dell’agenzia.
L’agenzia classica deve mutare, cambiare, non evolversi. Deve partire dalle figure catalitiche, come i planners, gli architetti, che :
- ascoltano il pubblico
- sfidano il mercato
- interrogano la marca
Le funzioni che prima erano divise, collaterali, oggi devono essere centrali, non date a bracci dell’agenzia sottoproducenti e a basso profilo. Ogni cosa deve essere fatta bene e con la stessa idea, lo stesso focus di tutte le parti dell’agenzia. È meglio più che parlare di integrazione forse parlare di SINERGIA, di combinazione vitale delle parti, un sistema.

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