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I profili gestionali delle imprese di assicurazione


La gestione tipica delle imprese di assicurazione può essere distinta in:

1. gestione tecnico-assicurativa che si compone di varie fasi relative a:
-> assunzione dei rischi puri, direttamente tramite la rete di intermediari (agenti, broker, banche) e indirettamente tramite l’acquisizione di quote di rischi da altre compagnie (riassicurazione attiva);
-> costituzione e gestione del portafoglio rischi
-> cessione di rischi ad altre compagnie (riassicurazione passiva)
-> ispezione dei sinistri
-> valutazione e liquidazione dei risarcimenti
La gestione tecnica è considerata il core business dell’attività assicurativa,
Le operazioni ad essa relative sono operazioni "al dettaglio" la cui dimensione è tuttavia condizionata dalle caratteristiche dei contraenti (individui o imprese) e dall’importo delle somme assicurate. Ne consegue che buona parte della struttura organizzativa e delle risorse umane sono destinate a svolgere tale attività.
Viceversa la gestione patrimoniale finanziaria è un’attività tipicamente accentrata e si caratterizza per un impegno più ridotto di strutture e di risorse umane.
Alla gestione tecnico organizzativa sono riconducibili inoltre una serie di decisioni strategiche che si riflettono più o meno direttamente sulle caratteristiche quali-quantitative del portafoglio rischi e sui costi sostenuti dalla compagnia: es scelte di specializzazione tecnica (scelta dei rami di rischio), commerciale (segmento imprese e segmento famiglie), geografica (operatività a livello nazionale, internazionale, regionale), istituzionale (compagnia multuramo, gruppo assicurativo compsta da compagnie specializzate per rami di rischio, o per segmenti di mercato o per canali distributivi), etc

2. Gestione patrimoniale-finanziaria. Essa include:
-> l’attività di tesoreria (relativa all’incasso dei premi, al pagamento dei risarcimenti, alla gestione dei flussi in entrata e in uscita generati dalla gestione aziendale (fornitori, stipendi, etc)
-> l’attività di investimento delle riserve tecniche, che può essere teoricamente scissa in: gestione del patrimonio di attività finanziarie e, per le compagnie più grandi, gestione del patrimonio di attività reali (immobili destinati all’edilizia abitativa, tenute agricole)
Obiettivi della gestione patrimoniale finanziaria sono il conseguimento dell’obiettivo finanziario e il raggiungimento di una composizione di portafoglio caratterizzata da combinazioni rischio-rendimento-liquidità adeguate rispetto alle caratteristiche del passivo e rispetto agli obiettivi del soggetto economico.

Bilancio. Vi sono 3 norme che consentono di minimizzare i rischi insiti nello svolgimento dell’attività assicurativa, e che definiscono la struttura dello Stato Patrimoniale delle imprese di assicurazione:
-> Disciplina delle riserve tecniche, che obbliga l’impresa a creare una sorta di fondo di accantonamento sufficiente a consentire all’impresa di fare fronte, per quanto ragionevolmente prevedibile, agli impieghi derivanti dai contratti di assicurazione; in modo da salvaguardare la solvibilità della compagnia nel lungo periodo.
-> Disciplina sulle attività a copertura, che obbliga l’impresa a detenere attività non solo di ammontare almeno pari agli accantonamenti detti, ma che abbiano caratteristiche coerenti col tipo di prestazione promessa agli assicurati.
-> Disciplina in tema di margine di solvibilità, che obbliga la compagnia a disporre di ulteriori attività destinate –incluse nel patrimonio minimo- a coprire il rischio di base, legato a eventuali disallineamenti sfavorevoli tra gli impegni assunti (rappresentati dalle riserve tecniche) e le relative attività a copertura.

Stato patrimoniale.
Nello S.P. delle imprese di assicurazione figurano al passivo gli impegni nei confronti degli assicurati e all’attivo le poste nelle quali sono investiti i premi.
Le passività delle compagnie di assicurazione si caratterizzano per le riserve tecniche, che si distinguono in:
-> Riserva premi (sia nel comparto danni che nel comparto vita) per i risci in corso alla fine dell’esercizio. Essa è composta dalle frazioni di premio di competenza degli esercizi successivi e dall’importo delle annualità di premi pagati anticipatamente per gli anni futuri.
-> Riserva sinistri (nel comparto danni), composta dalle somme necessarie a far fronte al pagamento dei sinistri avvenuti nell’esercizio stesso o in quelli precedenti non ancora liquidati, nonché dalle relative spese di liquidazione; a essa si aggiunge la riserva per sinistri denunciati tardivamente, cioè avvenuti nell’esercizio ma non ancora denunciati. Le riserve sinistri rappresentano un valore stimato delle spese previste (soprattutto per quanto riguarda i sinistri denunciati ma non ancora liquidati e i sinistri avvenuti nell’esercizio ma non ancora denunciati). Proprio perché originate da valori stimati e non da valori certi, le riserve sinistri costituiscono una posta critica sia per l’equilibrio economico-patrimoniale dell’impresa di assicurazione, sia per la stessa solvibilità della compagnia.
-> Riserva matematica (nel comparto vita), che tiene conto di tutti gli obblighi futuri dell’impresa. Essa è composta dalle quote di premio di competenza di ogni esercizio accantonate
Per quanto riguarda l’attivo, esso comprende le poste di natura "patrimoniale" (beni mobili e immobili, titoli, partecipazioni, mutui e prestiti, la liquidità, gli attivi immateriali e le attività di natura tecnica, quali i crediti verso altre compagnie, verso gli agenti, i crediti diversi). Gli investimenti a copertura delle riserve devono avere caratteristiche di solidità, redditività e liquidità coerenti con le peculiarità del passivo.
A oggi tali riserve vengono valutate secondo il criterio del costo ammortizzato.

Conto economico: Il CE (riclassificato) consente di evidenziare le voci di ricavo e di costo che contribuiscono alla formazione dei margini rappresentativi delle 2 sottogestioni (quella tecnico-rappresentativa e quella patrimoniale-finanziaria). I ricavi tipici sono costituiti dai premi e i costi tipici sono i risarcimenti per sinistri (nei rami danni) e l’erogazione di capitali maturati a scadenza (nei rami vita), a cui si aggiungono gli oneri di acquisizione dei premi) e i costi gestionali.
-> il margine gestione tecnico-assicurativa include tutte le componenti di ricavo e di costo relative ai profili tecnici (assunzione, gestione dei rischi) della gestione assicurativa ordinaria, a prescindere cioè dalle scelte di impiego delle attività. Esso riflette in primo luogo l’equilibrio "tecnico" cioè la capacità di richiedere premi adeguati rispetto alle previsioni circa l’importo complessivo dei risarcimenti; in secondo luogo riflette l’equilibrio "gestionale", dato dalla capacità di controllare ed eventualmente ridurre gli oneri distributivi e gli oneri relativi alla conduzione dell’impresa. Nella compagine danni tale margine è spesso negativo, ma ciò può non compromettere l’equilibrio gestionale complessivo poiché le perdite sul fronte della gestione tecnico-assicurativa sono compensate dagli utili prodotti dalla gestione patrimoniale-finanziaria.
-> il margine della gestione patrimoniale-finanziaria è composto dai proventi e dai relativi oneri generati dagli investimenti in titoli, in partecipazioni, in immobili e i crediti effettuati dalla compagnia

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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