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Modulazione del dolore attraverso le vie discendenti

MODULAZIONE DEL DOLORE ATTRAVERSO LE VIE DISCENDENTI


Il dolore è un tipo di sensibilità estremamente soggettiva infatti uno stesso stimolo può provocare in alcuni soggetti una reazione modesta, in altri una reazione amplificata. Quindi ci deve essere una possibilità di integrazione ma anche una possibilità di modulazione estremamente amplia che giustifica la diversa percezione in diversi soggetti. 

La possibilità di modulare il dolore avviene a livello di ogni sinapsi che si stabilisce lungo la via di conduzione dello stimolo stesso. Esistono dei farmaci, come la morfina, che vengono utilizzati come antidolorifici perché agiscono su questi percorsi impedendo la trasmissione del dolore ai siti di decodificazione. 
Genericamente le vie discendenti influenzano la trasmissione del dolore. Tra queste vie le  più importanti in questo ambito sono le vie discendenti della formazione reticolare, cioè la VIA RETICOLO SPINALE e RAFE SPINALE. Il rafe è un gruppo di nuclei, detti NUCLEI DI RAFE, della formazione reticolare. Quindi sono percorsi discendenti che partono dalla formazione reticolare, quindi dalla zona bulbo-ponte, ma anche dal mesencefalo perché in questa regione si trova l'area GRIGIO PERIACQUEDOTTALE che sta attorno all'acquedotto di Silvio. Quest'area rappresenta un importante punto della formazione reticolare che è estremamente connesso al sistema di controllo del dolore. Poi ci sono altre vie discendenti come il fascio cortico-spinale (che costituisce il fascio della motilità volontaria). 
La morfina , utilizzata come antidolorifico, si lega ai recettori oppioidi presenti in maniera diffusa nella formazione reticolare impedendo la trasmissione della sensibilità dolorifica quindi bloccando il percorso che questo tipo di sensibilità compie per raggiungere la coscienza. 

Dai nuclei del rafe si diparte un fascio che si chiama FASCIO RAFE-SPINALE le cui fibre arrivano al corno posteriore e dentro il corno posteriore si portano alle lamine I e II i cui neuroni, che sono interneuroni, utilizzano l'encefalina come neurotrasmettitore. Ma nelle stesse lamine si introduce l'assone del protoneurone che fa sinapsi con quello che in teoria è il secondo neurone. Quindi le fibre del fascio rafe-spinale fanno sinapsi con gli interneuroni i quali a loro volta fanno sinapsi con le fibre afferenti dei protoneuroni gangliari. In questo meccanismo gli interneuroni vanno a regolare, modificare e modulare il passaggio dell'informazione al secondo neurone. Gli interneuroni, attivati dalle fibre discendenti, determinano una inibizione della depolarizzazione a livello della prima sinapsi nevrassiale dei protoneuroni. Quindi si va a bloccare l'avanzata dell'informazione dolorifica a livello della prima sinapsi. Questo processo si ha grazie al rilascio di encefalica da parte degli interneuroni che si lega ai recettori oppioidei sugli assoni dei protoneuroni. La morfina si comporta come l'encefalina quindi va a bloccare il passaggio dello stimolo da un neurone all'altro quindi agendo come antidolorifico. 
Esiste anche un altro tipo di modulazione più semplice. I neuroni del midollo spinale selezionano le informazioni da fare arrivare alla corteccia cerebrale che vengono decodificati come eventi dolorosi. Questo meccanismo è legato alla tipologia di fibre che trasportano gli stimoli. Con il neurone che trasporta gli stimoli ai centri superiori fanno sinapsi altri due neuroni: uno che trasporta uno stimolo dolorifico e uno che trasporta uno stimolo non dolorifico. La dimensione delle fibre è diversa infatti le fibre che trasportano lo stimolo dolorifico sono molto sottili mentre quelle che trasportano lo stimolo tattile sono più spesse. L'attivazione o meno di un interneurone determina un meccanismo a cancello che permette il passaggio degli stimoli dolorifici o di quelli tattili. Quindi non c'è l'intervento di un farmaco ma è un sistema di autoregolazione sui meccanismi di passaggio di stimoli nocicettivi  ai centri superiori. 

Tratto da IL SISTEMA NERVOSO di Luca Sciarabba
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