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Destinato all’asimmetria


Le persone che vogliono veramente bene a Merrick capiscono questa sua necessità di far entrare la sua immagine entro un dialogo con altre rappresentazioni; la conversazione con il mostro può essere espiata in quanto tale solo se si fa conversazione d’immagini, di rappresentazioni scambievoli.
Inoltre, la persistenza della mostruosità, congenita ed incurabile, si dà come immagine ineludibile, persistente; essa ricorre ad ogni incontro, ad ogni vis à vis. Tale ricorrenza abbisogna di solennità per essere espiata, per far sì che la testimonianza di un aborto di natura sia costantemente ribadita come degno d’esistenza.
L’esito totalmente diverso dell’incontro con l’attrice deriva propriamente dal fatto che la “recita”- (anche Anne recitava la parte e di moglie coraggiosa del medico e di madre che ama incondizionatamente i figli) viene fatta passare per altri rappresentanti: Romeo e Giulietta. Non solo la Kendall gli regala il testo shakespeariano, ma accetta di improvvisarne una recitazione con Merrick. La cosa che fa commuovere Merrick, impegnato solennemente nella recitazione, è il fatto che la Kendall gli dice che è Romeo. Questa affermazione non è affatto consolatoria, né iperbolica o stucchevole. Essa giunge dopo l’immersione nella recitazione e si pone come la sanzione intersoggettiva dell’esistenza di un al di là, apertosi improvvisamente in quella stanza. Ogni bacio sul piano del reale non sarebbe che consolatorio e pietistico; ma è esattamente il piano finzionale della pièce teatrale che può restituire a Merrick un insperato ruolo d’amante.
L’inescambialità della sua immagine - non può essere resa “foto-ricordo” perché essa non restituirebbe che l’ironia del destino, ossia un’immagine-incubo - è raddoppiata dalla finestra che dà su un muro di cinta: per cui non vi sarà mai dirimpettaio, non vi sarà mai reciprocità aperta verso la sua stanza. Merrick è destinato all’asimmetria.
Di fatto, la focalizzazione interna che sembra assumere il film si realizza solo quando questi ha trovato delle forme di mediazione che consentono una parziale riduzione dell’asimmetria. Ciò che Merrick ha passato, come afferma Carr Gomm, resta inimmaginabile: per cui anche il film non ha avuto la pretesa di restituire in immagine la sua vita precedente, soggettivizzandola. Questo “rispetto” sarà confermato più avanti, quando Merrick verrà rapito da Bytes e riavviato alla “prostituzione” della sua immagine.

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