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La morte di Lara e lo scoppio del dramma


Nella sequenza successiva ci viene presentata una donna, che immediatamente capiamo essere la madre di Laura (<<Laura, non vorrai fare tardi a scuola oggi ... !”). La situazione dello spettatore è ribaltata; non solo comincia a ricevere informazioni sul conto della vittima, ma si trova improvvisamente possessore di un segreto rispetto alla madre (Sarah Palmer). Quest’ultima, che continua a chiamare Laura (una sigaretta fumata avidamente ci informa del suo nervosismo, ma il suo viso scavato ci lascia intendere anche un carattere nevrotico), sale le scale in fretta, cercando al piano superiore la figlia. La macchina da presa rimane invece in basso alle scale, dando così rappresentazione al décalage tra i saperi (rispettivamente di Sarah e dello spettatore). Al crescere dell’angoscia della madre corrisponde la nostra pena (proiezione enunciazionale sensibile). L’ineluttabilità dell’accaduto (non poter non essere) e dello scoppio del dramma è figurativizzata da un ventilatore/lampadario posto sul soffitto in cima alle scale: il suo muoversi regolare e silenzioso, il suo tagliare l’aria, lo sguardo “cieco” delle lampadine, il suo incombere dall’alto indicano la tragedia che, come una falce, si è abbattuta sulla famiglia Palmer. Infine, altre due inquadrature, nel loro contrasto, aumentano l’intensità passionale: una panoramica veloce e “sciatta” nella camera di Laura (una soggettiva di Sarah) è accostata ad un dettaglio ravvicinato del ventilatore.
La stessa operazione di posizionamento dello spettatore nel mezzo dello scoppio del dolore di alcuni personaggi (anche se non raggiunge l’esacerbata l’intensità della precedente) è attuata nella scena dell’annuncio della morte di Laura nella sua scuola. Il parallelismo tra le due scene è molto evidente; vediamo, infatti, James Hurley chiedere a Donna Hayward (entrambi compagni di classe della vittima) se ha visto Laura, e poi più tardi entrambi osservare il volto sconvolto dell’insegnante, raggiunta dalla notizia portata da un poliziotto, e una ragazza correre gridando nel cortile. Due soggettive di Donna e James ci mostrano il banco vuoto di Laura. Quindi vi è l’annuncio dell’accaduto da parte del preside. La macchina da presa avanza lentamente nei corridoi deserti della scuola, mentre sentiamo la voce del preside diffondersi dall’altoparlante (analogia con la ripresa del cordone del telefono). Da ultimo vi è il pianto violento del preside e di Donna (vivo dolore).

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