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La sigla


Intendiamo qui per “sigla” la sequenza audiovisiva che apre tutte le puntate della serie e che contiene i titoli di testa.
Raccogliendo gli elementi che sono già emersi, potremo interpretare il contrasto tra tonalità minore e tonalità maggiore come equilibrio tensivo tra due modulazioni (aprente e chiudente, ritensiva e distensiva) interne a una stessa struttura-corpo (soggetto autonomo). L’effetto è co-me una vibrazione dolce/amara, che giunge ad una intensificazione nel SIb. La ripetitività, creando una sorta di motivo estenuato, ha l’effetto invece di sospensione di ogni valorizzazione: una calma, in attesa della sua fine. Come contropartita l’intervento locale del basso è leggibile come modulazione puntualizzante mentre la configurazione “parabolica” del vibrafono come modulazione corsiva. Entrambe sono modulazioni esogene del soggetto eteronomo (ossia, prefigurano delle costrizioni estrinseche esercitate su una struttura-corpo), mentre le modulazioni endogene (del tessuto accordale) di quello autonomo. In pratica, ab-biamo la prefigurazione di una soggettività inquieta dinanzi ad eventi perturbanti in un clima di sospensione: un preludio.
Le prime inquadrature (un cielo, una fabbrica, la lavorazione del legname) sono dei piani fissi, montati con ritmicità regolare e attraverso doppie dissolvenze incrociate piuttosto “tenute”. L’effetto, anche qui, è quello di un fluire, che la duratività della dissolvenza qualifica come lento, morbido. Dal punto di vista cognitivo è un “introdursi garbato” dell’osservazione, ossia l’instaurarsi di un contratto d’apertura (non voler non osservare, non voler non informare). Le inquadrature (3) e (4) ci mostrano i macchinari della fabbrica sezionare il legname secondo un movimento ad intervalli regolari: il ritmo calmo dello scendere e del risalire della lama combacia con l’alternarsi delle tonalità nel motivo musicale. L’inquadratura seguente è invece un campo lungo di una strada tra i boschi, a lato della quale vi è un cartello con la scritta “Welcome to Twin Peaks”. Esso funziona come informatore e come modalizzazione del contratto enunciazionale (persuasione sull’efficacia comunicativa). Significativo è anche il fatto che in questa inquadratura scorrono i titoli con i nomi degli attori. Abbiamo poi l’inquadratura di una cascata, messa in contrasto con lo scorrere sereno dell’acqua seguito in carrellata dalla macchina da presa con la medesima velocità. Tale movimento della macchina da presa è una chiara proiezione pratica, dato che non libera più alcun sapere (esaurito per ridondanza), per non manifestare altro che il percorso passionale (Fontanille 1987b, 16). Riassumendo: abbiamo un regime intersoggettivo collusivo (tra osservatore e informatore), dove comunque l’osservatore, nel suo poter assumere posizioni differenti (ocularizzazioni), mantiene l’iniziativa (spazio modalizzato dall’osservatore).
Sommando ora le componenti musicali e visive, e vedendo la convergenza verso un unico piano di significazione, notiamo come al continuum musicale corrisponda il montaggio regolare e con dissolvenze a livello visivo: rafforzamento di un senso di calma, di tranquillità. Mentre ai contrasti di tonalità corrispondono elementi figurativi contrastanti (uccello/fabbrica; cascata/calma corrente del fiume eccetera). Ancora, la proiezione pratica costituita dal seguire la corrente combacia con il fluire musicale: modulazione corsiva che rima con l’attesa spettatoriale d’inserimento nell’intreccio. In evidenza, infine, è la modalizzazione del contratto enunciazionale mediata dall’insegna stradale “Welcome” e dalla dilatazione temporale dell’accesso all’intrigo, mentre la musica e il fare pragmatico dell’enunciazione visiva (montaggio e movimenti) allestiscono già un primo campo di paternizzazioni.

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