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Lo sguardo altro di Cooper


Se il registratore funziona come un emblema del medium comunicativo, Diane è un ricevente collocato in un universo parallelo al nostro. Il débrayage enunciazionale interno (la comunicazione di Cooper a Diane) funziona perfettamente anche come simulacro del contratto di comunicazione tra enunciatore e enunciatario: fittizio è il lettore quanto lo è Diane. Il registro colloqui aIe dispone uno spazio di condivisione (innanzi tutto di informazione narrativa), quasi un’intesa segreta tra gli attori dell’enunciazione.
Ormai ripreso in lontananza (alle spalle della sua macchina) ha ancora il tempo di dire: “Ah, Diane, quasi dimenticavo, devo scoprire che alberi sono questi”; ciò sottolinea come il suo sia uno sguardo da straniero. Ecco perché ritornando a Twin Peaks con l’exote Cooper, si attua un processo di distanziazione dagli eventi, soprattutto dal dramma umano, con il sospetto anche - lo abbiamo già notato - della deformazione. Il dubbio che il risvolto soprannaturale degli eventi sia una deformazione della mente di Cooper è presente molto spesso lungo il seria!. Il superiore Roger gli consiglia uno psicologo (p. 18), e lo stesso Gordon Cole (alias David Lynch) gli dice che gli incubi non fanno bene alla salute (p. 13). Ma Cooper, dal canto suo, rivendica sempre il suo sguardo “altro”, “lo sguardo oltre la scacchiera, al di là della paura, dietro l’oscurità” (d’altra parte esso coincide con la stessa “visione cinematografica” deformante ed analitica di Lynch).

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