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Pedagogia: modello empirista e neopositivista


La pedagogia nel tentativo di definire il suo ruolo in un ampio ambito sociale, comincia allargando il proprio interesse teoretico verso correnti di pensiero , quali il neopositivismo, che andava sviluppandosi in Europa, il pragmatismo negli Stati Uniti, la fenomenologia, il personalismo francese legato a Mounier e Maritain e la filosofia marxista.  
La prima corrente che sembrò poter interpretare meglio le esigenze del rinnovamento scientifico della pedagogia fu quella dell’empirismo. Così la pedagogia scende in campo con l'osservazione, la sperimentazione e la verifica empirica collegando la ricerca alla concretezza dell’esperienza e della pluralità dei dati.
Per quanto concerne i problemi educativi, la pedagogia adottò il punto di vista scientifico del pragmatismo di Dewey, tale modello partiva dalla problematicità dell’esperienza, valorizzando la dimensione logica del pensiero attraverso fasi costruttive dell’intelligenza.  
Secondo la visione dewyana il metodo dell’intelligenza consente all’individuo di affrontare con successo le situazioni problematiche che si presentano nell’ambito dell’esperienza. Nel proseguire la complessa opera di riscrittura scientifica, la pedagogia si sposta dal pragmatismo di Dewey al neopositivismo soprattutto in Italia. L'adozione dell’empiricità da parte della pedagogia, trova in Italia e nello specifico in La Porta, la sua sintesi più esaustiva. Una riflessione lunga e costante che iniziò negli anni '70, formalizzatasi negli anni '80 e approfondita negli anni '90 con la pubblicazione dell’opera “L'assoluto pedagogico” di La Porta.

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