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La “coscienza riflessiva di sé”


Il primo prodotto di un’organizzazione delle capacità cognitive è la “coscienza riflessiva di sé”, ma la separazione fra sé e non-sé può avvenire solo se l’angoscia da separazione è stata colmata ed il bambino può intraprendere il processo di individuazione il cui primo passo è l’accettazione della propria individualità e della propria separatezza rispetto al mondo esterno e agli altri.
L’Io si forma tra il quarto ed il sesto anno di vita e da quel momento impone le sue logiche di controllo cognitivo della realtà ed introduce le sue finalità di regolarità, prevedibilità e coerenza.
L’affermarsi di queste nuove istanze non cancella completamente delle istanze caratteristiche del Sé.
Le strutture dell’Io possono però rispondere agli obiettivi a cui rispondevano le istanze del Sé?
La risposta più corretta è quella secondo cui l’Io può rispondere alle istanze cui rispondeva il Sè ma solo in un contesto non troppo ansiogeno. In situazione di crisi, stress, di forte ansia, è possibile il ritorno ad un funzionamento regolato dalla logica del Sé.
L’attitudine dell’Io a progettare, programmare, prevedere, introdurre regolarità dà rassicurazione alle angosce primarie di separazione, attraverso la creazione di rappresentazioni sociali, di pregiudizi, di stereotipi ecc. Ma quando subentrano ansia e stress (situazioni non chiare o in cui l’urgenza della soddisfazione affettiva è maggiore), allora torniamo a insicurezza e indecisione.
L’esperienza quotidiana e gli studi clinici dimostrano che ai bisogni affettivo pulsionali non è possibile dare una sola risposta di tipo cognitivo (situazione di lutto o di dolore, per esempio).

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