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Battistero Neoniano


Risale alla prima metà del V secolo. Esso, infatti, fu iniziato nel 400 circa dal vescovo Orso (la porzione inferiore) e fu modificato e concluso attorno al 450 dal vescovo Neone. L’edificio ha pianta ottagonale con absidi su 4 lati ed è coperto da una calotta, celata da un tiburio. Anche in questo caso l’esterno molto sobrio è mosso solo dal movimento creato dalle absidi, dalle finestre centinate e dagli archetti pensili separate da lesene. L’interno si presenta ricchissimo di ornamenti ed è suddiviso in 3 parti: le due inferiori comprendono un doppio ordine di arcate che si sviluppano lungo gli 8 lati dell’edificio; quella superiore è costituita dalla sola cupola. Gli archi poggiano su pulvini, elementi architettonici caratteristici dell’architettura bizantina, posti al di sopra dei capitelli e a forma di un tronco di piramide rovesciato. Le grandi arcate dell’ordine inferiori, che non introducono alle nicchie, racchiudono porzioni di muro rivestite in opus sectile di porfido e marmi pregiati. Quelle della zona mediana ospitano una triplice archeggiatura in stucco: quella centrale è occupata dalle finestre, mentre le due laterali accolgono figure femminili. Questa porzione centrale simula un loggiato interno (matroneo). La cupola è interamente mosaicata. La fastosa decorazione si organizza secondo 2 fasce concentriche gravitanti attorno a un nucleo centrale. In quella inferiore, entro prospettiche architetture trabeate, si alternano troni vuoti e altari sui quali sono poggiati i libri dei Vangeli. Nella fascia mediana, al di sopra di un prato verde, si dispongono i 12 Apostoli, secondo varie posture, separati da piante di acanto che suggeriscono delle nervature. L’insieme degli apostoli e delle piante imprime alla raffigurazione un serrato ritmo centripeto che s conclude nel tondo zenitale con la raffigurazione del Battesimo di Cristo.
Il Salvatore è presentato frontalmente ed è immerso fino i fianchi nelle acque del Giordano, che viene rappresentato mediante l’artificio di evidenziarlo in sezione. Il Battista, ritto sulla sponda del fiume, è rappresentato di profilo ed è colto nell’atto di versare l’acqua sul capo di Cristo, sulla cui perpendicolare si libra una colomba ad ali spiegate, simbolo dello Spirito Santo. Dalle acque emerge, sulla destra, la pagana personificazione del fiume Giordano, individuata dalla scritta abbreviata IORDAN(US) N(UMEN), cioè Nume del Giordano. È presente un certo naturalismo, anche se il cielo è un fondo dorato, che però simboleggia la glori del Paradiso. per impedire che i corpi perdessero i loro contorni l’artista l ha sottolineati con una decisa linea rossa: in tal modo i corpi nn hanno volume, poichè la linea continua ha soprattutto la funzione di sottolineare il disegno e la bidimensionalità.

Tratto da ITINERARIO NELL’ARTE di Elisabetta Pintus
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