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Il ritorno di Costa in Confindustria, 1966


Intanto nel 1966 alla presidenza della CGII era tornato ANGELO COSTA, con l’intento di far riacquistare alla Confindustria una capacità di influenza politica ma anche di recuperare la solidarietà dei grandi gruppi che stavano perseguendo politiche autonome. Questo era possibile solo riallacciando un dialogo con la maggioranza di governo.
È lui che risponde alle accuse e che difende l’organizzazione.
Il processo arriverà fino al primo ambizioso schema di riforma della Confindustria.
La ricerca realizzata dal Centro Einaudi produrrà un fascicolo col titolo “Una politica per l’Industria” diffuso a maggio 1969. Il documento invita gli imprenditori a un più diretto impegno nelle attività sociali e politiche. L’impresa deve integrarsi nella polis, nella società civile. Affronta anche il tema dell’organizzazione confindustriale.
Nel marzo 1969 si deliberò la formazione di una commissione presieduta da Leopoldo Pirelli che venne incaricata di riformare lo statuto della Confindustria.Nella commissione c’erano nomi come Agnelli, Pirelli, Cicogna, Gancia. I suoi lavori durarono dall’aprile 1969 fino all’aprile 1970 e portarono al Rapporto Pirelli.Fu accettata una visione pluralistica dei centri di potere di promozione sociale. Fu restituita all’impresa una posizione centrale nell’organizzazione sociale, soggetto di cambiamento e di progresso. La CGII diventava mezzo di promozione sociale ed economica del Paese. Inoltre la commissione Pirelli rivaluta la programmazione concordata come lo strumento che facilita scelte razionali nell’uso delle risorse. Non c’è più nessuna remora nemmeno verso l’economia mista. Ma è troppo tardi: ormai essa era in crisi. L’assemblea varò anche la riforma dello Statuto, che sanzionò il nuovo ruolo di centralità delle Federazioni nazionali di categoria. A livello centrale invece sorsero due comitati, il Comitato per il Mezzogiorno e il Centro studi.Nel Rapporto Pirelli si sottovaluta la portata della stagione di conflittualità appena iniziata. Stesso errore commesso nel 1919 quando gli industriali avevano sperato di sopire gli scioperi con la riduzione di orario e i nuovi contratti collettivi. La Confindustria quindi con la riforma Pirelli si propose di rafforzare le proprie strutture organizzative con una rappresentanza più equilibrata e partecipata delle associazioni territoriali e di categoria e con l’apporto innovativo delle leve più giovani. Costa lasciò definitivamente la presidenza della CGII nell’aprile 1970.
Il successore, Lombardi, fu criticato da Umberto Agnelli perché la sua leadership era troppo debole non aveva saputo interpretare lo spirito della riforma Pirelli restituendo centralità all’industria nell’organizzazione sociale del Paese non era riuscito a trovare un terreno comune d’intesa col sindacato

Tratto da L'ITALIA DELLE FABBRICHE di Cristina De Lillo
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