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L'insediamento di De Micheli in Confindustria

L'insediamento di De Micheli in Confindustria



Il discorso di insediamento di De Micheli del febbraio 1955 fu un vero programma di svolta per la CGII che diveniva una specie di partito rappresentativi della borghesia italiana, difendeva il liberismo economico, combatteva l’interventismo dello Stato nell’economia e rivendicava il diritto all’impegno politico diretto.  
Lo scontro politico con la DC si alzò per la politica fanfaniana  di rifinanziamneto dell’IRI e dell’ENI di creazione del ministero delle Partecipazioni statali (che si ebbe nel 1957) di arrivare al distacco delle aziende IRI dalla CGII, dando loro un autonomo sindacato.
Nel 1958 viene costituito l’Intersind, l’organizzazione che rappresentava, in sede di trattative sindacali, le aziende dei gruppi statali IRI ed EFIM. Da notare come Intersind fosse una rappresentanza esclusivamente sindacale, restando la funzione di rappresentare gli interessi generali delle aziende pubbliche in capo alla Confindustria.
In concomitanza con l’istituzione del ministero delle partecipazioni statali, la costituzione dell’Intersind rappresentò un segno di forte distinzione delle aziende delle partecipazioni statali rispetto a quelle private raccolte nella Confindustria, che erano ritenute ancora troppo chiuse ed arretrate nelle relazioni sindacali.
È in questo clima che nel febbraio 1956 nasce Confintesa, che verrà sciolta nel 1958, per creare un fronte unico e compatto degli interessi economici (CGII, Confcommercio e CGAI) che potesse influenzare i partiti di maggioranza per condizionare il governo nelle sue scelte politiche. De Micheli voleva dare un ruolo politico diretto alla CGII.
Nel complesso la politica confindustriale di De Micheli fu fallimentare sul piano politico perché invece di invertire un corso politico avverso aggravò i rapporti con la DC. La scesa in campo con le candidature sostenute dalla Confintesa alle amministrative del ’56 e alle politiche del ’58 era stata un fallimento. L’influenza politica della CGII si era ulteriormente ridotta.
sul piano economico per la nascita del nuovo ministero delle PP.SS., l’uscita delle aziende IRI dalla CGII e la legge dei poli di sviluppo sul piano organizzativo perché sopravvalutò la capacità di tenuta della CGII

Tratto da L'ITALIA DELLE FABBRICHE di Cristina De Lillo
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