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L'intreccio tra Atlantismo e Fordismo

L'intreccio tra Atlantismo e Fordismo


Alla fine del processo di ricostruzione economica del Paese, gli industriali, la business community, fu attaccata sia dall’alleato americano sia dalle forze di sinistra.
Il mondo imprenditoriale italiano venne accusato di scarsa capacità d’innovazione, di tendenza al ristagno, di una politica di contenimento della dinamica dei salari nella ricerca del massimo profitto.
Le promesse di meritocrazia fondata sulle competenze si scontravano sempre più con l’evidente persistenza dei vecchi valori e con un’insostenibile rigidità.
Il problema di fondo della struttura produttiva nazionale era che le dirigenze costituivano una casta ristretta che difendeva le sue posizioni dai giovani cui ha una gran paura di delegare responsabilità e autorità.
Le accuse venivano anche dai sostenitori dell’American way of life.

Quello che gli industriali italiani non capirono era l’intreccio inevitabile tra atlantismo e fordismo. L’alleato americano non chiedeva solo la fedeltà sul piano diplomatico e militare, ma anche un’adesione profonda a un modo di concepire l’organizzazione industriale e le relazioni di lavoro.
Accettare gli aiuti significava accettare il modello fordista, considerato l’unica strada per il capitalismo industriale. Un modello che molti industriali, tra cui Costa stesso, riteneva inadeguato alla struttura economica italiana.

Tratto da L'ITALIA DELLE FABBRICHE di Cristina De Lillo
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