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Afasia sensoriale fluente di Wernicke

AFASIA SENSORIALE FLUENTE DI WERNICKE


In questa forma sono compromesse sia la capacità espressiva che quella recettiva; gli errori riflettono un deficit di selezione e di controllo e di sostituzione di fonemi all’interno delle parole (parafasie fonemiche), o di sostituzione di parole all’interno della stessa sfera semantica (parafasie semantiche tipo sedia anziché tavolo). Le sequenze sillabiche possono anche non avere alcun senso (gergo verbale o neologistico) ma emesse con perfetta fluenza, senza tentativi di correzione e con scasa consapevolezza del loro carattere patologico. Se all’afasico di Wernicke si mostrano oggetti di uso comune e se ne nomina uno invitandolo ad indicarlo, egli non comprende l’invito e non è in grado di riconoscerlo. Il paziente non è in grado di obbedire ad ordini relativamente semplici: in pratica, non è in grado di comprendere ciò che gli viene detto. Inoltre, manca la coscienza del proprio deficit e la capacità critica (anosognosia): questi atteggiamenti lo distinguono dall’afasico di Broca. È frequente la perseverazione: il paziente ripete più volte  la stessa azione in adempimento a ordini successivi differenti; non sempre il difetto di comprensione è così grave: il disturbo ricettivo può essere cosi lieve da richiedere test molto sensibili per poter essere misurato (uno di questi è il token test). 
L’afasico di Wernicke parla molto ma sempre scorrettamente: sono frequenti le parafasie, le parole passe- partout, le anomie e i neologismi che, nell’insieme, costituiscono un vero gergo (gergoafasia). I disturbi di comprensione e di espressione si manifestano analogamente nella scrittura e nella lettura. 

Tratto da L'AFASIA di Stefania Corrai
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