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Studi sperimentali


Gli studi analitici sperimentali, nella accezione più generale, sono intesi come studi epidemiologici attraverso i quali si cerca di aumentare la conoscenza sulla incidenza, eziologia, diagnosi e terapia di uno stato morboso. Due casi tipici sono: il tentativo di dimostrare una associazione statistica tra una malattia ed un sospetto agente causale, oppure una associazione tra una terapia per una malattia ed un effettivo beneficio.

Nell'accezione tradizionale, uno studio sperimentale è quello che si effettua quando si vuole testare una sostanza (o un trattamento sanitario) potenzialmente utile a guarire una patologia (o creare una diminuzione o abolizione dei sintomi). In pratica, quindi, si chiede ai pazienti appartenenti ad una popolazione di malati affetti da una determinata patologia, di assumere una sostanza o ricevere un determinato trattamento sanitario e valutare ciò che succede.

Gli studi clinici sperimentali (clinical trials) sono costituiti da 2 categorie principali. Gli studi pre-clinici non vengono condotti sull'uomo ma solo su animali, cellule, ecc.; se tali studi vano a buon fine, possono avere inizio gli studi clinici che vengono effettuati sull'uomo.

L'Agenzia Europea per i Medicinali (European Medicines Group, EMA) e la Food and Drug Administration (FDA) danno l'approvazione per iniziare un clinical trial e controllano le fasi di sviluppo di un farmaco.

Dalla scoperta all'entrata in commercio, il candidato nuovo farmaco attraversa un iter procedurale che dura almeno 10 anni e comporta costi di centinaia di milioni di euro.

Nella fase 0, detta pre-clinica, si effettuano test in vitro e, successivamente, su animali da laboratorio; questa fase ha una durata di 2-3 anni.

Gli studi clinici di fase I servono a valutare la tollerabilità, la tossicità e la farmaco-dinamica (emivita, ecc.) di quel farmaco nell'uomo; per fare ciò si utilizza un campione ristretto di soggetti sani (20-30), lo si divide in 3 gruppi e si somministra ad ognuno di questi ultimi una certa dose di farmaco in regime di ricovero ospedaliero (i soggetti sono tenuti sotto osservazione dal personale medico). In alcuni casi particolari, come per i farmaci anti-tumorali, la fase I non avviene sui volontari sani ma sui malati in fase terminale considerati incurabili.

Se la fase I va a buon fine, si passa alla fase II A, detta anche “prova di concetto”, in cui gli studi sperimentali si allargano coinvolgendo un numero maggiore di individui (100-200), affetti dalle patologie che rientrano nella probabile attività terapeutica del candidato farmaco; in questo modo si identifica la patologia (o le patologie) verso le quali la molecola è sicuramente attiva. Questa fase ha una durata di 3-9 mesi.
Gli studi clinici sperimentali di fase II B hanno una durata di 6-18 mesi e coinvolgono un numero ancora maggiore di soggetti malati (200-500); hanno l'obiettivo di determinare la dose minima efficace (dose idonea) ed il regime di somministrazione ottimale di quel farmaco (posologia e durata del trattamento).

La fase III rappresenta l'ultima verifica prima della commercializzazione del farmaco. Nella fase III A le case farmaceutiche consegnano la documentazione (contenente i risultati di tutti gli studi sperimentali), effettuano la fase pre-registrativa ed attendono la certificazione.
Durante tale attesa, ha luogo la fase III B, nella quale si continua a testare il farmaco in un numero molto grande di malati (da 5.000 a 50.000) attraverso studi multicentrici. Ovviamente, nonostante questo campione sia ampio e accuratamente selezionato, non può rappresentare l'enorme variabilità del genere umano, in quanto una volta in commercio, milioni di persone utilizzeranno quel farmaco.

Per questo motivo è fondamentale la farmaco-vigilanza che ha luogo nella fase IV, dopo la messa in commercio del farmaco, quando la somministrazione avviene in un contesto diverso dagli studi sperimentali clinici controllati (uso contemporaneo di altri farmaci, comorbilità, fasce di età a rischio, ecc.) e che può influenzare la reattività di un farmaco. Dunque, in questa ultima fase viene valutato il comportamento della molecola nella popolazione generale: alcuni farmaci sono stati tolti dal commercio proprio durante la fase IV.

Tratto da L'EPIDEMIOLOGIA E LE SUE BRANCHE di Stefania Corrai
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