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Alle soglie di una quinta fase politica?

Alle soglie di una quinta fase politica? 


Il sistema politico-mediatico italiano si è evoluto in sessant’anni durante quattro fasi di quindici anni ciascuna che inducono ad ipotizzare ad un’altra fase nel 2005.
Alcune date rappresentano processi non fissabili in un solo anno come il 1990 che si colloca a metà strada tra il crollo del blocco comunista e la fine in Italia della contrapposizione che aveva retto il sistema politico fino allo sfaldamento di questo nel 1992 con l’avviarsi delle inchieste giudiziarie, mentre nel 1990 sul fronte delle telecomunicazioni si approvava la legge 223 di riforma del sistema radiotelevisivo.
Complesso è anche cogliere le cause del cambiamento, ossia quegli elementi che più di altri contribuiscono a segnare le differenze.
Emerge invece con chiarezza che per ognuna delle fasi il fattore principale di cambiamento è stato la combinazione di trasformazioni della scena della comunicazione con trasformazione dell’assetto politico del Paese, i salti in avanti si sono verificati quando questi cambiamenti coincidono con evoluzioni del sistema dell’informazione e dei suoi strumenti.
Per le telecomunicazioni i fatti più rilevanti sono stati l’approvazione nel 2004 della Riforma del sistema radiotelevisivo e della Rai e il successo del Testo unico di riordino del sistema. 
La legge 112 o legge Gasparri individua i principi generali dell’assetto del sistema radiotelevisivo nazionale adeguandolo all’avvento della tecnologia digitale.
A differenza con quanto successo alla prima legge di riforma della Rai del 1975 e della seconda del 1990 che obbligava le emittenti private nazionali a inserire informazione e telegiornali nella programmazione, con la legge Gasparri e il Testo unico le dinamiche del rapporto tra politica, televisione e informazione non hanno subito modifiche.
Il progetto di riforma della legge sulla par condicio con l’abolizione del divieto di trasmettere spot sulle reti nazionali durante la campagna elettorale non è stato approvato, perché potrebbero beneficiare di questo mezzo principalmente Berlusconi e il suo partito; negli anni ’80 e nei primi anni ’90 lo spot era consentito e i partiti italiani ne facevano usano portando al cambiamento della scena politico-mediatica, ma allora gli spot erano utilizzati per trasmettere pochi messaggi istituzionali . oggi lo spot verrebbe utilizzato come strumento tattico di scontro e del confronto politico quotidiano, attaccando l’avversario tramite i “negative advertising”.
Sul fronte politico si registrano segnali di cambiamento come la riforma del sistema elettorale del 2005 che è un elemento di discontinuità con la fase precedente; il ritorno al sistema proporzionale e al voto di lista anziché di coalizione, l’allargamento di collegi elettorali e l’allentamento del rapporto fra eletti ed elettori, l’abolizione delle preferenze a favore delle liste sono cambiamenti introdotti dalla nuova legge che avranno ripercussioni sulle forme e sui modi della comunicazione politica a favore di un ritorno dei partiti e dei suoi leader nazionali.
E’ il caso della crescente forza ed indipendenza dei candidati, del rapporto più diretto fra rappresentanti e rappresentati, di una semplificazione della scena politica italiana portando a due partiti in cui dovrebbero confluire gli altri esistenti.
Dopo un quindicennio di debolezza del sistema politico, da una diffusa antipolitica e dalla sfiducia dei partiti e dei loro rappresentanti, questi potrebbero riacquisire un ruolo centrale.
Altri cambiamenti in ambito politico riguardano la riforma della Costituzione ossia la deregulation votata dal parlamento nel novembre del 2005 che per entrare in vigore deve essere approvata dal referendum popolare; altri cambiamenti riguardano la scena pubblica e la sua comunicazione a partire dal ruolo e dalla figura del leader della coalizione vincente alle elezioni, premier per volontà degli elettori e non più sottoposto ad un mandato discrezionale, al presidente della Repubblica viene tolta lì autonomia di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni incaricando ad altra persona la formazione del governo.
La turbopolitica è destinata ad evolversi e per effetto della riforma elettorale i partiti e i loro leader potrebbero riconquistare il palcoscenico della turbopolitica  contrastando l’ondata antipolitica dell’ultima fase; la legge di riforma della Costituzione vorrebbe porre sopra i partiti un protagonista forte e indiscutibile: il premier, protagonista della prossima turbopolitica.

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