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Il leader politico televisivo


All’inizio l’incontro tra politica e televisione non induce un cambiamento, infatti la nascita di Tribuna Elettorale nel 1960 con l’apparizione dei politici nelle case degli italiani sono svolti mediante formule controllate che non tolgono alla parola il ruolo di protagonista.
Al suo esordio televisivo Moro è in disagio nel rispondere ad alcuni giornalisti , a distanza di poco tempo invece un altro politico come Luigi Longo si prepara all’esame del video.
Fuori agli spazi riservati alla propaganda elettorale , la televisione inizia a modificare comportamenti e convinzioni; il nuovo mezzo si nutre di storie e personaggi e tende alla personalizzazione e alla spettacolarizzazione e rivolgendosi alla politica ,l’attenzione non è posta sul leader, ma sull’uomo e sul personaggio.
Tv7, programma di informazione del secondo Canale nel 1963 dedica una lunga intervista al nuovo Presidente della Repubblica Antonio Segni ; nell’intervista condotta da Gianni Granzotto la telecamera viola spazi privati e i telespettatori scoprono l’uomo, quest’intervista è forse ispirata al programma statunitense Person to person dove la telecamera entra in casa del candidato Kennedy.
In questa nuova epoca il corpo assume un ruolo importante nella comunicazione e iniziano ad affermarsi generi deputati alla conversazione intimistica: il talk show dove a partire dal 1976 sono presenti anche i politici.
Nel 1984 la copertina del “Radiocorriere Tv” dedica un sondaggio ai personaggi italiani più popolari e i tre sono Raffaella Carrà, papa Wojtyla e Sandro Pertini.
La presidenza di Sandro Pertini e poi di Cossiga scoprono la possibilità di ottenere spazi e popolarità scavalcando i limiti tradizionali e creando un rapporto diretto con gli italiani e un’alleanza con il sistema di informazione; si susseguono telefonate in diretta nei programmi di maggiore ascolto; prese di posizione su fatti estranei alle competenza presidenziali, partecipazione ad eventi intensamente emotivi, dichiarazioni a sorpresa.
Grazie alla mediazione degli organi di informazione la Presidenza della Repubblica instaura un rapporto diretto ed esclusivo con la gente, al carica italiana più alta va alla deriva che si manifesta con il tentativo di Emma Bonino di imporre la candidatura dal basso dell’esponente radicale alla Presidenza della Repubblica; un’iniziativa che ha molto successo comunicativo sviluppato tra appelli agli schieramenti, sponsor privati ,utilizzo di sondaggi, costituzione del comitato “Emma for President” e dell’ “Assemblea dei mille”, al costituzione di un comitato parlamentare favorevole all’elezione dell’esponente radicale e la realizzazione di azioni simboliche e di grande visibilità come la raccolta di firme nelle piazze o la vendita di Radio Radicale 2 per raccogliere i fondi necessari.
Una campagna possibile solo all’interno di una turbopolitica matura, capace di imporsi all’attenzione di mass media sensibili e al richiamo del sensazionale e dello spettacolare.

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