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Le cause della turbopolitica

Le cause della turbopolitica

All’origine di questi cambiamenti ci sono due grandi trasformazioni: la fine di una società caratterizzata da scarsa mobilità sociale, forti appartenenze ideologiche e alta fedeltà elettorale; la crescita quantitativa e qualitativa dei mass media.
In Italia la crisi del modello del partito di massa e la fine della stagione ideologica sono in atto verso la fine degli anni ’70  dove la vita e i valori degli italiani sono regolati da grandi paradigmi ideologici. Sul piano politico va declinando il partito di massa con il venir meno della militanza e degli apparati di organizzazione tradizionali.
Negli anni’70 e ’80 in Italia si verifica un rapido sviluppo nel settore della comunicazione e dell’informazione:la prima riforma della Rai nel 1975, l’esplosione dell’emittenza privata radiofonica e televisiva,e nel 199. La seconda riforma nel settore radiotelevisivo ad opera della legge Mammì. In questi quindici anni nel campo televisivo da due canali in bianco e nero di un monopolio Rai ad un sistema misto con una televisione commerciale competitiva.
La conseguenza è la nascita di un “media-system” forte e potente, di un mercato dell’informazione, di una scena pubblica mediatizzata.
I media e la televisione in particolare assumono un importante ruolo nella rappresentazione della realtà e sempre più centrale risulta il ruolo della televisione come canale principale di contatto fra i partiti e gli elettori.
La moltiplicazione degli strumenti di comunicazione e l’imporsi della televisione come medium principale richiedono l’adeguamento della comunicazione di tutti i soggetti e in speciale modo di quelli pubblici e istituzionali come i partiti.
Un altro elemento nel percorso di trasformazione della scena pubblica italiana sono le riforme del sistema elettorale approvate all’inizio degli anni ’90: l’elezione diretta dei vertici delle amministrazioni locali apre la strada ad un rapporto più diretto tra candidati ed elettori; nel 1994 il passaggio al sistema elettorale maggioritario approvato tramite referendum permette che la vittoria delle elezioni politiche diventi una specie di mandato popolare per la guida del paese; è come una tendenza al presidenzialismo che trova conferma nella riforma della Costituzione, la devolution approvata dal governo Berlusconi nel 2005.
La principale conseguenza è lo spostamento di attenzione dal partito alla coalizione, ma soprattutto al leader.
Questo nuovo tipo di politica pone al centro della propria azione al comunicazione e la ricerca della visibilità all’interno di un contesto mediatizzato, ossia è la nuova “turbopolitica”.

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