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Come pensa e come si comporta il creativo


Negli anni ’50 studi mirati ad indagare le caratteristiche dell’individuo creativo ne hanno messo in evidenza tratti di personalità che lo differenziano dall’individuo comune. E’ bene comunque sottolineare che spesso tali soggetti erano quelli che spiccavano nell’ambito della produzione artistica o scientifica. Studi più recenti hanno poi messo in evidenza la presenza di un potenziale creativo in tutti gli individui, superando l’interpretazione precedente.
Gli studi condotti al fine di individuare le caratteristiche psicologiche che differenziano l’individuo creativo da quello non sono stati effettuati utilizzando due metodologie: la prima ha cercato di dare una definizione della persona creativa sulla base della sua produzione artistica o scientifica ritenuta valida dal contesto sociale, la seconda si è basata sui risultati ottenuti dall’analisi dei processi cognitivi divergenti. I risultati di tali ricerche hanno comunque evidenziato un raccordo tra aspetti cognitivi della capacità creativa e l’elevata capacità produttiva riconosciuta tale nel sociale.

a) La personalità dei creativi ritenuti tali per la loro produzione artistica o scientifica


Esponiamo in breve le principali ricerche che mirano ad evidenziare i tratti di personalità tipici dei grandi creativi. Rogers, Cattell e Lough considerano creativi gli individui che tendono a realizzare sé stessi, che sentono il bisogno di accrescere e valorizzare il proprio io. Maslow e successivamente Ghiselin valutano il comportamento creativo nell’elevato dinamismo delle diverse componenti psicologiche che mostrano un’intensità non riscontrabile nella persona comune.
Ricerche provenienti dall’Università di Berkeley hanno attenzionato la figura professionale dell’architetto in quanto questa, più delle altre esaminate, coniuga arte e scienza, pensiero divergente e pensiero convergente. Gardner ha studiato i geni creativi attivi all’inizio del Novecento, riscontrando che essi non fecero solo qualcosa di nuovo: furono capaci di cambiare il campo in cui lavoravano, attraverso l’impegno scaturito dalla passione e dalla curiosità.
Da tali studi emerge che le persone considerate creative in base ai loro prodotti hanno un ricco e variegato vissuto interiore. Questi soggetti prestano maggiore attenzione ai sentimenti, alle emozioni, agli impulsi, alla loro sfera istintuale che sanno consapevolmente controllare.

b) La personalità dei pensatori divergenti


Le ricerche che hanno studiato i tratti psicologici degli individui ritenuti creativi, in base ai risultati ottenuti da prove di pensiero divergente sono stati numerosi. Per Maier (1970) il creativo è un individuo capace di interagire con l’ambiente in maniera flessibile poiché possiede una notevole capacità di selezionare ed integrare i suoi comportamenti.
Numerosi autori sostengono che due dei tratti caratteristici del creativo sono il seguire con determinatezza le proprie idee e la disponibilità ad assumersi rischi. I soggetti creativi amano cimentarsi in problemi difficili, la loro flessibilità li rende capaci di servirsi di metodi adeguati per affrontare con decisione e dominanza le più diverse situazioni.
Per Sternberg i creativi sono particolarmente abili nel risolvere i problemi mal strutturati, cioè i problemi intuitivi. Ai creativi piace andare al di là delle regole e delle procedure esistenti e preferiscono decidere da sole cosa a fare e come farlo.
Cocco evidenzia le seguenti caratteristiche nelle persone con maggiore capacità creativa: sono più svincolati dagli stimoli immediati e perciò maggiormente in grado di utilizzare la fantasia; si mostrano più aperte verso l’ambiente e attratte da ciò che è ignoto e sconosciuto; accettano le divergenze interpersonali; affrontano il rischio; posseggono una maggiore originalità e flessibilità mentale, sono dotati di maggior senso del comico.
Il creativo, dunque, per alcuni aspetti, appare instabile a livello emozionale, critico nei confronti di sé stesso, ricco di sentimenti e affetti; per altri aspetti è versatile, con una vasta gamma di interessi, con una spiccata motivazione al successo, dominante e autosufficiente.
Riportiamo in conclusione l’opinione di Tuffanelli, che sostiene che possono muoversi critiche agli stessi test sul pensiero divergente. Non è affatto scontata la correlazione tra punteggi elevati nei test e produzione effettiva di risultati rilevanti in campi creativi. In secondo luogo, la divergenza che si esplica all’interno della struttura logica di un test ne accoglie vincoli e motivazioni: la creatività che emerge dai test è, in un certo senso, prigioniera (Chomsky parla di rule-governed creativity).

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