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Il feuilleton


Il FEUILLETON è un fenomeno giornalistico non propriamente letterario, si diffuse tra il 1800/1830 in Francia con la pubblicazione sporadica di romanzi su alcuni periodici. 
La pubblicazione a puntate di opere di narrativa aveva già conosciuto un affermazione iniziale nel 700 in Inghilterra grazie all’opera di Defoe e Swift che pubblicarono alcune novelle. 
Il taglio basso della prima pagina denominato per la prima volta feuilleton alla fine del 700 da Bertin fu impiegato per la pubblicazione di critiche teatrali e rubriche per poi trasformarsi nella sede eletta per novelle brevi e romanzi a puntate.
Il feuilleton divenne una specie di allegato al quotidiano, da qui appunto denominato “romanzo d’appendice”, questa fase durerà fino alla metà dell’800.

1 Fase: La pubblicazione dei romanzi a puntate è un modo per gli autori di far soldi e farsi pubblicità.
Balzac, Girardin, pubblicarono questi romanzi. 
De Giardin può essere considerato il primo ad aver compreso le regole economiche e commerciale della stampa popolare e quotidiana, lanciò il suo giornale sul mercato proponendolo in abbonamento alla metà del prezzo rispetto ai suoi concorrenti. Fu tra i primi a rendere stabile la formula del romanzo a puntate.
Ebbe un enorme successo, si moltiplicarono gli autori che proponevano le proprie opere ai lettori di giornali. Il boom in francia si ebbe grazie a Sue.
In italia, si sviluppò grazie a Mastriani (i misteri di napoli), Collodi (pinocchio). La lista di coloro che divennero celebri è ricca: Dumas (i tre moschettieri), Stevenson, Flaubert (madame bovary), Dostoevskij, Tolstoj. Non analoga fu la fortuna che conobbero i romanzi pubblicati a fascicoli, altra modalità in voga in europa, venduti separatamente e in abbonamento. Lo scoprì Manzoni con i promessi sposi.

2 Fase: Si apre nel momento in cui si inizia a pensare al feuilleton come un prodotto autonomo, ideato per la pubblicazione a puntate. Nascono nuovi generi letterari e nuove strategie di scrittura. Si inizia a scoprire il valor di strumenti narrativi come il “cliffhanger” (interruzione della puntata all’apice della narrazione, questo meccanismo lascia con il fiato sospeso lo spettatore e lo spinge all’acquisto o alla visione delle altre puntate). Questo espediente è molto utilizzato nella fiction soprattutto il made in USA collocato in prossimità delle pause pubblicitarie. Nasce anche un nuovo tipo di protagonista che si adatta meglio a certe storie. Si moltiplicano le ambientazioni, in contesti magari più avventurosi o magici. 
Uno dei primi autori a vedere il feuilleton come stile di scrittura fu Pierre Alexis Ponson Du Terrail che farà di questa la sua principale fonte di guadagno. Realizzò un ciclo di romanzi che avevano per protagonista un ladro gentiluomo: Rocambole.
Diede origine ad un vero filone letterario nel quale si vedono i prodromi di un altro grande personaggio del 900 Lupin nato grazie a Leblanc.
In gran Betagna resta insuperato il mito di sharlock holmes di Doyle.

3 Fase: la pubblicazione dei romanzi a puntate si svincola dalla stampa quotidiana per assumere un autonoma veste editoriale. Il feuilleton si trasferisce nei fascicoli. La forma narrativa si coniuga alla veste editoriale proponendo in ciascun fascicolo un romanzo completo. 
È quello che accade anche oggi con i fumetti, il genere che ha conservato di più questa dimensione editoriale. Questa formula editoriale trova fortuna negli stati uniti, pronti a far proprio il modello della “dime novel” ovvero dei racconti singoli venduti a un decimo di dollaro (dime).
La principale casa editrice di dime novel fu la street & Smith, a essa si deve la comparsa di Nick Carter uno dei principali detective della storia della letteratura popolare.
Fu proprio il successo negli usa a far scoppiare in europa la passione per i fascicoli. L’europa esportò il modello del romanzo a puntate e importò dime novel dagli usa.
In italia compaioniono la collana poliziesca “il giallo mondadori”. Dagli anni 60 i volumi periodici vengono sostituiti dai fotoromanzi, la cui crescita è favorita dalla presenza dei primi divi del cinema. 

Tratto da LA FICTION TELEVISIVA di Anna Carla Russo
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