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Conoscenza intuitiva e astrattiva in Guglielmo di Ockham



Ockham ha come obiettivo quello di affrontare successivamente il problema della possibilità di dimostrare l’esistenza di Dio e con esso la natura del mondo e dell’universo. Distingue due tipi di conoscenza: la conoscenza intuitiva è quella in base alla quale sappiamo se una cosa esiste o no. Essa è propria dei sensi: ma i sensi non bastano per formulare una proposizione formata da termini. Sarà allora l’intelletto a sostenere i sensi in tale processo conoscitivo. Questo tipo di conoscenza allora riguarda l’oggetto nella sua esistenza attuale. La conoscenza astrattiva ha come caratteristica invece quella di conoscere gli stessi termini conosciuti dalla conoscenza intuitiva, ma prescindendo dalla loro esistenza attuale. Questa allora non può esseri se preventivamente, magari anche in un altro luogo, non ci sia stata conoscenza intuitiva. Ma esiste un altro tipo di astrazione che si basa su una singola astrazione precedente, accostata alla ripetizione di questa operazione per oggetti simili: sarà in questo modo che giungerò ad un concetto che significa una molteplicità di oggetti ossia un universale (vedo Socrate e lo conosco intuitivamente; una volta andato via riesco a conoscerlo attraverso il processo astrattivo; sulla base di questo, se a Socrate accosto Platone, Aristotele, riesco a cogliere il concetto di uomo).
Dunque sul piano naturale si ha conoscenza intuitiva e poi astrattiva, mentre sul piano soprannaturale, riconoscendo l’onnipotenza di Dio, è possibile che si possa avere intuizione anche di un oggetto non esistente; in realtà però è vero che Dio non può spingerci a pensare l’esistenza di una cosa se essa non esiste realmente. Dunque per Ockham la differenza tra intuitiva e astrattiva è che la prima necessita dell’esistenza concreta dell’oggetto per conoscerlo mentre la seconda può conoscere sia alla presenza che non di un oggetto; il limite della conoscenza astrattiva è che essa non può formulare giudizi di esistenza. Ma dal momento che la strattiva dipende da quella intuitiva e che Dio non ci inganna sull’esistenza di una cosa che non possiede attualità, l’unico sapere possibile diventa quello fondato sull’esperienza (empirismo).

Tratto da LA FILOSOFIA NEL MEDIOEVO di Carlo Cilia
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