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Cultura come partecipazione

Cultura come partecipazione


La cultura è una invenzione della specie umana attraverso una serie continua di progressi e scoperte. In quanto produzione umana, la cultura è l’esito di un processo di costruzione sociale attraverso la partecipazione dei soggetti, poiché essi creano la cultura cui partecipano.
La cultura è un processo collettivo, dal momento che non può essere il risultato di un’azione individuale, anche se ogni soggetto contribuisce a fornire una data fisionomia alla cultura di cui è parte. Per definizione, la cultura è partecipazione, poiché essa implica la condivisione dei processi di significazione, di comunicazione, di pratiche e di valori, nonché l’accordo sulle regole da parte delle persone che la costituiscono.
La situazione di partecipazione rimanda, anzi tutto, al concetto di diversità, intesa come lo scarto culturale che due o più persone (o gruppi) percepiscono e dichiarano esistere nel momento in cui entrano in una qualche forma di contatto. In questo senso la diversità non è una proprietà oggettiva bensì è una qualità percepita di natura relativa. Non si è intrinsecamente diversi, ma si è diversi agli occhi di qualcun altro e rispetto a un qualche punto di vista.
La cultura non è un territorio circondato da confini. Essa è piuttosto un insieme di confini. Il senso delle cose è dato dai confini fra le cose medesime e dal confronto fra le loro differenze. Talvolta, questi confini possono diventare barriere invalicabili, come avviene nelle diverse espressioni di radicalismo culturale che prevedono forme di chiusura ideologica, valoriale e comportamentale.
Di norma, si tratta di confini invisibili che diventano chiaramente visibili non appena valicati Per esempio. nel raccontare le sue ricerche antropologiche, Geertz evidenzia che, quando era a Giava e stava studiando la lingua locale, i suoi insegnanti lo correggevano meticolosamente su tutti gli errori linguistici riguardanti il rango sociale e trascuravano totalmente gli errori di genere. Quando, invece, si trovò in Marocco, i suoi istruttori non tolleravano alcun errore di genere, mentre erano indifferenti a quelli concernenti lo status. Ciò dimostra che la mente è culturalmente definita attraverso discorsi e mondi molteplici.
La consapevolezza culturale, ossia la capacità di comprendere a fondo i processi, i punti forti e i limiti della propria cultura, costituisce una premessa rilevante per comprendere le culture altrui e per prendervi parte in modo attivo. Partecipare a una cultura significa essere parte di essa e influenzarla nel momento stesso in cui se ne è parte. Quando un soggetto partecipa a un’attività culturale, la influenza nel momento stesso in cui ne è influenzato attraverso un processo reciproco senza fine.

Tratto da LA MENTE MULTICULTURALE di Anna Bosetti
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