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Modelli culturali e rapporti sociali

Modelli culturali e rapporti sociali


La conversazione. In essa convergono aspetti relazionali, sociali, informativi, affettivi, ecc. Nella fase di apertura di ogni conversazione si hanno il riconoscimento degli interlocutori e i saluti di avvio. Mentre nelle culture occidentali l’impiego dei titoli è piuttosto raro e le distinzioni asimmetriche sono notevolmente attenuate, nelle comunità orientali le procedure di distribuzione dei turni, le forme di precedenza, le modalità d’interpellazione (con l’uso dei titoli) e il ricorso a espressioni di deferenza (facendo ricorso agli onorifici) caratterizzano profondamente l’andamento delle conversazioni.
Vi sono culture della parola (come quelle africane, sudamericane e latine) e culture del silenzio (come quella giapponese, lappone, apache, paliyan, navajo, ecc.). Le prime sono caratterizzate da una rapida successione dei turni di parola e da pause brevi, in cui il silenzio è percepito come una minaccia e una mancanza di cooperazione nella gestione della conversazione. Le seconde, invece, sono contraddistinte da lunghe pause di silenzio fra un turno e l’altro, segnale di riflessione e di ponderatezza. In queste ultime il silenzio è inteso come segnale di fiducia, d’intesa profonda, di armonia e confidenza.
Parimenti, vi sono culture della distanza (come quella indiana, nordeuropea, ecc.) e culture della vicinanza (come quelle arabe, latine, sudamericane, ecc.). Le prime sono qualificate da una distanza interpersonale rilevante, riducendo le possibilità di contatto corporeo. Ogni contatto e riduzione dello spazio prossemico sono percepiti come forme d’intrusione e mancanza di rispetto. Nelle seconde, invece, la distanza interpersonale è ridotta e le occasioni di contatto fisico aumentano. Secondo questi modelli culturali la distanza è valutata in termini negativi come freddezza e ostilità.
Sul posto di lavoro, i modelli culturali definiscono le organizzazioni produttive secondo linee diverse e fra loro molto distanti. Nelle culture occidentali la leadership è centrata prevalentemente sul dovere e spesso è di tipo partecipativo; al contrario, nelle culture orientali prevale una leadership paternalistica e autoritaria.
Anche la gestione dei conflitti segue linee profondamente diverse in funzione dei modelli culturali di riferimento. Nelle culture occidentali la negoziazione avviene secondo modalità abbastanza dirette ed esplicite; per contro, nella cultura cinese prevalgono procedure indirette e implicite. I giapponesi in genere sono molto più pronti al compromesso rispetto agli americani, che puntano maggiormente alla vittoria.

Tratto da LA MENTE MULTICULTURALE di Anna Bosetti
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