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La scaletta cinematografica


La fase successiva di elaborazione è la scaletta, lo scheletro del film, il suo schema: un elenco degli eventi principali organizzato per punti, per scene-azioni numerate. Si scrive senza preoccu-pazione di stile, come lista dei fatti su cui lo sceneggiatore può tornare aggiungendo o spostando.

La scaletta è il progetto della sceneggiatura. Un punto numerato di scaletta può contenere una o più scene. L’importante è che si isoli un’unità narrativa, un’azione-cerniera, una delle azioni che fanno progredire il racconto. Per un lungometraggio tra i 90 e i 110 minuti si va da una prima scaletta di sei/sette punti a una, più dettagliata e detta da Cerami scalettone, di venticinque punti.

Il soggetto contiene la fabula (cioè l’esposizione degli eventi in ordine cronologico e causale, senza flashback e flashforward) mentre la scaletta è l’intreccio, cioè l’ordine di presentazione degli eventi sullo schermo. La differenza tra soggetto e scaletta può essere molto rilevante, specie nei film che sperimentano sulla manipolazione del tempo narrativo (caso estremo è Memento).

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