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Francisco de Vitoria e la leggitimità dell'impero spagnolo (1539)



Nel 1539 il teologo domenicano Francisco de Vitoria pronunciò un importante discorso sulla legittimità dell'impero spagnolo che andava affermandosi in America (Relectio de Indis). Il dibattito sulle conquiste spagnole del nuovo continente si fecero aspre anche in campo teologico e di diritto canonico, ponendosi l'annoso problema: con quale diritto gli spagnoli assoggettavano i barbari?
Se la prima occupazione spagnola, quella delle Antille, era stata legittimata dalle bolle papali del 1493 da parte di Alessandro VI, quando però i regnanti non potevano certo avere pretese di dominio universlae. Ma con l'elezione di Carlo V il discorso muta naturalmente e sia spagnoli, sia francesi sia inglesi rifiutarono la nuova situazione. Francesi e inglesi obiettavano che il papa non aveva certo giurisdizione temporale, quindi non poteva cedere territori a suo piacimento; gli inglesi aggiungevano che essendo protestanti, nemmeno il potere spirituale del papa li riguardava. La stessa scuola teologica di Salamanca rigettava le pretese papali per gli stessi medesimi motivi. Nessuno insomma sembrava disposto, né sotto Carlo V né sotto Filippo II, ad accettare l'idea di uno strapotere papale. Non accettavano nemmeno la giustificazione, di derivazione agostiniana, che chi non era investito dalla grazia divina (gli indigeni ma non solo) non potevano esercitare un dominium; non l'accettavano perchè ben consci del pericolo di una teoria politica che autorizzava la conquista di territori non cristiani, perchè la cosa avrebbe potuto estendersi con facilità anche a quelli cristiani, con una semplice accusa di empietà, pericolo reso concreto dalle guerre di religione in Francia e Paesi Bassi che sempre più lanciava accusa di empietà ai suoi governanti.

Tratto da LA NASCITA E L'EVOLUZIONE DELL'IMPERIALISMO di Gherardo Fabretti
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