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L'importanza dell'opera di Andrew Fletcher (1704)


Una piccola speranza c'era però. Questa prospettiva si sarebbe realizzata solo se le strutture del vecchio ordine imperiale si fosse mutato in federazioni internazionali di Stati, uniti non politicamente o militarmente, ma in virtù di vincoli comuni di tipo culturale e di interessi economici.
Bisognava allontanarsi dall'arcaismo delle leggi di Roma a cui, bene o male, erano improntati tutti gli ordinamenti imperiali, perchè, come disse Turgot, quelle erano leggi fatte per governare una città ma non avrebbero retto il peso del governo di un mondo intero. Una parte di ciò che questo ragionamento implicava l'aveva colta bene Andrew Fletcher nel suo Un abbozzo di una Conversazione intorno a Corretta regolamentazione del Governo per il bene comune dell'umanità. In quest'opera del 1704 Fletcher confuta l'affermazione di Sir Charles Musgrave secondo il quale i rapporti tra Stati non dovrebbero essere ostacolati da nessuna considerazione che non sia quella dei benefici di ciascuna comunità; persino se ciò comportasse difendere i guadagni ottenuti con una guerra ingiusta. Fletcher replica che in questo modo nessun uomo potrà essere un buon cittadino in un particolare Stato né un cittadino del mondo; nessun uomo potrà essere un vero amico del suo paese e di tutto il genere umano.
L'importanza di Andrew Fletcher
Il solo modo per superare la tendenza umana ad agire senza alcun riguardo per l'umanità, sosteneva Kant in Per la pace perpetua, era la creazione di una federazione universale vincolata dai comuni interessi commerciali; il fine supremo della natura. Fletcher non era un kantiano ante litteram ma i due corrono su binari paralleli. Fletcher auspicava che al posto dell'impero su base romana si formasse qualcosa di simile alla lega achea, e voleva che si mettesse all'ordine del giorno il tema dell'umanità, perchè la teoria politica era sempre stata trattata solo con rispetto alle particolari nazioni per cui veniva disegnata, senza riguardo al resto dell'umanità. L'interesse personale condizionava gli uomini a pensare solo nei termini dei loro propri e limitati domini. Se i moderni imperi volevano arrestare il processo di declino che era la naturale conseguenza delle loro origini espansionistiche, dovevano trasformarsi in qualcosa di molto simile ad una federazione, qualcosa di simile alla Lega Achea. Fletcher non aveva in mente una semplice alleanza di comunità semindipendenti in cui gli affari esteri, il controllo fiscale e molte leggi erano affidate ad un governo centrale – un po' come funzionava per gli Stati Uniti – era invece una visione più ampia e dimessa, simile all'Assemblea Anfizionica: una confederazione di Stati indipendenti, ognuno dei quali, mantenesse il carattere di Stato Indipendnte e sovrano e avesse pari voto nel consiglio federale. Un sistema mondiale confederale, diviso nei climi, nelle culture e nelle lingue ma unito dagli scopi economici e politici. I critici dell'Illuminismo hanno bocciato l'idea di Fletcher considerandola una rifondazione a mala pena mascherata dei precedenti e crudeli ordini imperialistici. I non europei, affermavano, non potevano essere costretti a confederarsi; al massimo potevano essere guidati in quella direzione. Inoltre il mondo in cui tutti avrebbero alla fine vissuto doveva essere un mondo in cui ogni parte avrebbe ugualmente beneficiato. Non si poteva dunque, ad esempio, nascondere la servitù personale coi presunti benefici della cristiana redenzione. Una tale federazione non avrebbe dovuto essere un impero, una monarchia universale, perchè le differenze linguistiche dei popoli rendevano possibile uno Stato mondiale di quel tipo solo per un brevissimo periodo. Non bisognava, diceva Kant, privare delle differenze ciascun popolo ma fare in modo che ogni popolo le razionalizzasse, perchè solo così l'umanità tutta avrebbe potuto decidere di unirsi in una società. Era la consapevolezza di appartenere tutti al genere umano il vero motore che avrebbe dovuto spingere la nascita di questa nuova confederazione.

Tratto da LA NASCITA E L'EVOLUZIONE DELL'IMPERIALISMO di Gherardo Fabretti
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