Skip to content

La riproposizione della questione d'Oriente


La Questione d’Oriente riesplode tra il 1989 e il 1990: crollo del Muro, dissoluzione URSS, crisi Jugoslavia, creazione di nuovi Stati ➔ guerre dei Balcani negli anni ’90, fino alla crisi del Kosovo nel 1999.
Questi Paesi non fanno (ancora) parte dell’UE (anche se geograficamente sono di fatto europei): Croazia, Montenegro, Serbia, Albania.
L’allargamento che ha portato l’UE a 27 Stati è stato reso possibile da condizioni interne dei Paesi ultimi entrati nell’Unione: per accedere all’UE è necessario rispettare i CRITERI DI COPENHAGEN (condizioni economiche e politiche previste nel 1993) ➔ per garantire che questi obiettivi siano raggiunti, la Commissione presenta periodicamente dei rapporti al Consiglio; basandosi su questi rapporti, il Consiglio decide se avviare i negoziati di adesione ed eventualmente quando chiuderli.
I Paesi dell’Europa Orientale che sono entrati nell’UE hanno rispettato i criteri di Copenhagen, dando prova di garantire i diritti fondamentali e lo Stato di diritto.
1996: riformulazione dei Criteri ➔ Madrid: i Paesi in via di ingresso devono adattare la loro normativa interna per consentire il recepimento della legislazione comunitaria.

Tratto da LA QUESTIONE D'ORIENTE di Luca Porcella
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.