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Il pensiero di Bonaventura

È in questa temperie storica che si inquadra il pensiero di Bonaventura. Il punto principale della sua speculazione è quello di fondare la scientificità del sapere teologico. La teologia è per Bonaventura «scienza e dottrina altissima»: è «dottrina» in quanto il Dio della Rivelazione è l’argomento della sua indagine, ma è anche «scienza» perché, essendo «discorso su dio» è, di conseguenza, discorso sul primo e più alto principio di tutto ciò che è. La sua “altezza” dipende poi dal fatto che non solo è elevatissima capacità di conoscere, ma è anche superiore alle altre conoscenze umane.  

La teologia, dunque, è scientia Dei e, in quanto tale, è scienza della Verità in sé, Verità che, come insegna prima di tutto Agostino, è Dio stesso. Questa particolarità la rende superiore a tutte le altre scienze che sono scienze della verità di qualcosa, dell’essere e delle sue manifestazioni particolari.

Senza soffermarci ulteriormente sul pensiero di Bonaventura, andiamo direttamente ad occuparci dell’opera che vogliamo effettivamente analizzare: l’Itinerarium mentis in deum. L’Itinerarium si può definire come una descrizione del percorso che l’intelligenza compie al fine di giungere, riscoprendo nella creazione e in sé stessa il segno dell’opera di Dio esplicata dalla struttura trinitaria di ogni cosa, alla Verità in sé. Tenterò, nei paragrafi seguenti, di esporre in maniera più dettagliata il contenuto dell’opera.

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