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La purificazione dell'anima

L’anima non si sarebbe mai risollevata da queste realtà sensibili se la Verità, assunta forma umana in Cristo, non avesse ripristinato la grazia di Dio e, con essa, purificato e illuminato le facoltà dell’anima. Nessun uomo, neanche il più saggio e sapiente, può rientrare in se stesso se non attraverso Cristo che è la Porta attraverso la quale si raggiunge la salvezza. Per accedere a questa Porta bisogna che l’anima si rivesta delle tre virtù teologali – fede, speranza e carità – che la purificano, la illuminano e la rendono perfetta, ossia la aiutano a ripresentarsi come imago Dei. Attraverso queste tre virtù, l’anima si arricchisce di una nuova sensibilità, una sensibilità spirituale, che si aggiunge alla sensibilità prodotta dai cinque sensi: l’anima che crede in Cristo come Verbo increato riacquista l’udito e la vista dello spirito: l’udito per accogliere le parole di Cristo e la vista per considerare lo splendore della sua luce. Mentre desidera ardentemente ricevere il Verbo pieno di Spirito mediante la speranza, riacquista l’olfatto dello spirito. Mentre abbraccia con la carità il Verbo incarnato per riceverne diletto, riacquista il gusto e il tatto dello Spirito. Non si può conoscere questo quarto grado della contemplazione se non lo si prova di persona, perché consiste più in un’esperienza dell’affetto di Dio che in una considerazione da parte della ragione. In questo grado, infatti, restaurati i sensi dello spirito, l’anima si dispone ai rapimenti dell’estasi mediante la devozione, l’ammirazione e l’esultanza.

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