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La struttura dell'Itinerarium mentis in deum: Capitolo I

Dall’esergo del primo capitolo, «Incipit speculatio pauperis in deserto», («Il povero comincia, nel deserto, l’itinerario verso la conoscenza speculare di Dio») si comprende con precisione lo stato e l’identità del viator: come gli Israeliti dovettero attraversare il deserto per raggiungere la terra promessa, così il viator deve attraversare il deserto di questo mondo, che è lo spazio in cui Dio si rivela, per giungere alla Verità in sé. Il mondo è, infatti, uno specchio in cui è possibile intravedere le tracce (vestigia) di Dio, e la speculatio, cioè la lettura di questo specchio, la meditazione sul creato, costituisce il compito del viator. Tuttavia questi è un pauper perché, con il peccato originale, si è allontanato dalla vera luce per volgersi al bene passeggero. Consapevole della propria povertà, l’uomo desidera superarsi, ossia trascendere la sua natura terrena, per ritrovarsi in Dio. Cercando Dio, egli cerca in tal modo anche se stesso.

Ma non si può desiderare di ricongiungersi a Dio sperando di poter contare solo sulle proprie forze e senza, quindi, invocare il suo aiuto e la sua grazia. Solo coloro che con preghiera fervente e cuore sincero e devoto invocano il nome di Dio, ricevono il suo aiuto. La preghiera è pertanto fonte ed origine del nostro elevarci a Dio.

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