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L’Assoluto hegeliano


12.10 L’Assoluto, allora, abbandona la trascendenza per oggettivarsi nel divenire umano, dando luogo a una nuova fede nell’umanità che dovrà seguire una via pedagogica sicura: affinché abbia successo, dovrà inserirsi nelle relazioni etiche fra gli individui, come ha sempre fatto la religione, di cui Hegel riconosce l’importanza, specie a livello educativo. Pertanto, è necessario un periodo di transizione dalla religione tradizionale alla religione della razionalità.

12.11 La religione, dunque, non deve essere un fatto personale, ma un fatto positivo e non più astratto: una religione ferma al piano positivo non potrebbe fondare una ragione universale né, così statica, attuare il cammino verso la verità che, secondo Hegel, è propria della religione autentica.

12.12 Il cammino della storia è rappresentato con il cammino dello spirito soggettivo, che passa dalla sfera del diritto a quella della morale a quella dell’eticità, articolata nelle forme della famiglia, della società civile e dello stato, sintesi delle due forme precedenti, che quindi non può essere fondato ex novo, ma è frutto del processo storico, in cui trova legittimazione e da cui trae la sua intrinseca razionalità.

12.13 La religione acquista una nuova luce con il contatto con la filosofia: la religione tradizionale presenta una concezione del mondo senza però offrire i mezzi per realizzarla concretamente, mentre la filosofia la rende concretizzabile e permette la piena unione tra singolo e mondo, altrimenti impossibile. La fede tradizionale, infatti, si è esaurita perché manca di vitalità e non riesce a sanare il divario tra mondo dello spirito e mondo reale.

12.15 Il Cristianesimo, però, è sempre proteso verso il modello della città perfetta, e Hegel non può fare a meno di questo impulso perfettivistico: per lui, la realizzazione di questo Regno costituisce il pieno rivelarsi di Dio nella storia a conclusione di un cammino in cui l’uomo ha ritrovato la ragione e, connessa con lei, la verità (non separabili). Con questa convinzione si realizza una teologia civile, un nuovo credo tutto terreno che costituisce la nuova legge fondamentale della realtà, intesa come un sistema dinamico in cui anche la divinità è in divenire, in costante perfezionamento.

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