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La societá aperta


1.1 Le costituzioni di Roma e dell’Inghilterra sono il simbolo delle costituzioni flessibili: capaci di adattarsi agli eventi, mai completamente definite (grazie a un senso del limite connaturato a quei popoli), rispettose della tradizione e dei costumi antichi, considerati il presupposto per ogni cambiamento (che avviene velocemente, secondo le necessità, senza che lo Stato cada nel caos).

1.2 Le società aperte sono nate presso le civiltà che hanno saputo coniugare una concreta mentalità giuridica, un rispetto per la tradizione (Roma: Senato, Inghilterra: Camera dei Lord) e i meriti, un acuto ingegno pratico.

1.3 La distinzione tra pubblico e privato (conquista del mondo latino, pienamente ripresa dal costituzionalismo americano) evita i pericoli della democrazia totalitaria e dell’eccessivo interventismo statale.

1.4 Tra la posizione aristotelica (l’uomo è animale sociale) e quella di Hobbes/Machiavelli (l’uomo è una bestia feroce che deve essere sottoposta a un’autorità assoluta), vi è quella di Cicerone (e VICO): l’uomo esce lentamente dallo stato di ferinità e, avendo una naturale propensione alla socialità, la realizza solo dandosi delle regole che hanno la forza di farsi rispettare (Cicerone: LE DITTATURE E GLI AUTORITARISMI NON GARANTISCONO NE’ PACE NE’ ORDINE, SONO, AL CONTRARIO, IL CERTIFICATO DI MORTE DI DEMOCRAZIE ORMAI SVUOTATE DEI LORO FONDAMENTALI CONTENUTI).

1.8 Nel considerare il cammino della modernità, bisogna evitare i “pericoli di assolutizzazione” (Vico) nel considerare i periodi cruciali della storia: bisogna considerare tutti gli aspetti, senza esaltare o demonizzare in toto i periodi più complessi (come l’Illuminismo).

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