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Il progetto fridericano del Liber Augustalis


Dunque i molti decenni che separano il diploma del 1194 dalla falsificazione del 1282 non erano trascorsi invano. Il progetto fridericiano del Liber Augustalis anche se largamente inapplicato non fu formalmente cancellato dai suoi successori, nessuno dei quali osò abrogare la raccolta normativa. Smantellare le strutture pubblicistiche del Regno e delle città demaniali non era più possibile e si capì ben presto che non era utile nemmeno alla feudalità e alle altre forze che ne subivano l'egemonia adottandone l'ideologia particolaristica. Gli interessi privati potevano essere perseguiti meglio con l'occupazione delle magistrature e degli uffici delle universitates, distolti dal fine della tutela del bene pubblico e indirizzati a favorire le strategie politiche e l'incremento patrimoniale dei gruppi familiari. Ma anche stavolta gli interessi di Messina andarono delusi. Carlo d'Angiò preferì correre il rischio di uno scontro armato piuttosto che ledere gli interessi della Corona con quelle concessioni portate dai messinesi. Eppure quelle minute rimasero sopite negli archivi, in attesa di tempi migliori, e nel ventennio successivo gli aragonesi soddisfecero in parte la tradizionale aspirazione del gruppo dirigente peloritano ad avere un proprio distretto.

Tratto da LA VALLE D'AGRÒ di Gherardo Fabretti
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