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Goffman - Attributi e tecniche di difesa


1. Lealtà drammaturgica
Il membro di una équipe contrae, nei confronti della stessa, degli “obblighi morali” di lealtà e discrezione, che gli impongono, ad esempio, di non rivelare i segreti dell’équipe, di non mettere in scena un proprio spettacolo “privato” durante la rappresentazione, di non svelare al pubblico le conseguenze dell’impressione che l’équipe vuole comunicargli. Il rimedio difensivo principale consiste nel creare, all’interno dell’équipe, un’elevata solidarietà di gruppo, tale da determinare una sorta di comunità sociale, anche con un’immagine del pubblico tanto disumana da indurre gli attori ad ingannarlo, e a non unirsi a lui.

2. Disciplina drammaturgica
È necessario che ogni attore dimostri, sulla scena, di partecipare con fervore alla rappresentazione, ma allo stesso tempo non ne deve essere completamente assorbito, per poter rimediare agli eventuali incidenti che capitano durante la rappresentazione (un eccessivo trasporto può risultare negativo). L’attore disciplinato ha anche molto autocontrollo e riesce a sopprimere i suoi sentimenti per aderire alle linee affettive definite dalla rappresentazione, al fine di mantenere uno status quo all’interno dell’équipe.

3. Circospezione drammaturgica
L’attore deve anche avere doti di prudenza, attenzione e onestà, per potersi preparare in anticipo alle contingenze e sfruttare le possibilità che rimangono. L’équipe, allora, deve scegliere membri leali e disciplinati, ma deve anche sapere perfettamente quanto può fare affidamento sulla lealtà e la disciplina dei singoli membri.
In generale, meno sono i membri di un’équipe, minore è la possibilità che qualcuno di loro commetta errori, facendo venir meno l’efficacia della rappresentazione; tuttavia, ciò non è sempre vero, o almeno, in certi casi è necessaria la presenza di un certo numero di persone affinché lo spettacolo riesca, anche se ciò fa aumentare la probabilità d’errore.
La circospezione è collegata anche alla quantità di informazioni possedute dal pubblico: più egli ne conosce, meno quelle captate durante l’interazione potranno risultare importanti tanto da cambiare l’idea sull’attore; al contrario, in presenza di persone che non conosciamo sono necessarie rappresentazioni molto accurate. Dall’altro lato, l’attore circospetto deve anche valutare la possibilità, per il pubblico, di accedere alle informazioni che lo riguardano, e regolarsi di conseguenza con il suo comportamento; ma deve anche fare attenzione alle fonti di informazione interna all’interazione (come l’arredamento) per capire come svolgere la propria rappresentazione in modo adeguato.
La circospezione è direttamente connessa anche al grado di rilassamento che l’attore si può concedere: se c’è grande distanza dal pubblico, o se è improbabile che il pubblico piombi sulla scena, l’attore può rilassarsi, ma per farlo completamente ha bisogno di un “allarme” che segnali l’arrivo del pubblico e di un certo lasso di tempo tra l’allarme e l’arrivo, per potersi ricomporre in maniera consona alle aspettative.

Tratto da LA VITA QUOTIDIANA COME RAPPRESENTAZIONE di Luca Porcella
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