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Convocazione della prima Crociata


Nel 1095, al Concilio di Clermont-Ferrand, il papa Urbano II dopo aver deplorato le lotte fratricide tra i cristiani, esortò chi vi era coinvolto a un pellegrinaggio in Terra Santa, come mezzo di purificazione dei peccati commessi, e come occasione per recare aiuto alla Chiesa orientale minacciata dagli infedeli. I cavalieri per potersi purificare dai peccati dovevano abbandonare la militia mundi per trasformarsi in milites Christi.  Come soldati e non come monaci, entrare nell’esercito di Dio, e dirigersi a Gerusalemme per liberarla dagli infedeli, nelle loro mani dal 638. A coloro che partivano, con spirito ispirato a devozione, erano offerti  il condono delle penitenze e la piena remissione dei peccati. La crociata era pellegrinaggio, guerra santa e penitenza.  L’uso delle armi, da condannato, poi ammesso, con purificazioni, diviene esso stesso penitenza, facendo cattivo uso della spada, devono espiare con un atto penitenziale, che consiste, nell’usare le armi contro il nemico primo della cristianità, i saraceni o musulmani, assimilati ai pagani del mondo antico e per questo demonizzati.  I crociati diventano quindi il popolo eletto di Dio, l’esercito di Cristo. La cavalleria è posta quindi al servizio della chiesa. Sono rimaste quattro versioni, di altrettanti cronisti, ma tutte successive alla crociata, perciò è probabile che conoscendo l’esito, abbiano caricato le parole del papa di un significato più forte di quello che ebbero in realtà;  si sarebbe trattato in realtà di una generica esortazione al pellegrinaggio, con un risultato al di là di ogni immaginazione. Le parole ebbero vasta risonanza perché la società europea alla fine del XI era pervasa da uno slancio espansivo; popolazione in aumento, nuove terre messe a coltura, mercanti, in particolare italiani, contendevano ai musulmani in controllo del commercio mediterraneo, i cadetti delle famiglie aristocratiche erano alla ricerca di nuove terre.  Tutto condito da ottimismo e confusa inquietudine religiosa. Alimentata quest’ultima da predicatori itineranti, che preannunciavano un’imminente rigenerazione del mondo; allo stesso modo il desiderio di espiazione e lo spirito di avventura fecero aumentare il numero dei pellegrini verso molti santuari (Compostela, Roma, San Martino di Tours). Pietro di Amiens, noto come Pietro L’Eremita nel 1095 promosse la “crociata dei Poveri”, poveri, emarginati, che se sopravvissuto alle fatiche, e alle stragi vennero massacrati dai Turchi. I crociati partono facendo voto di obbedienza direttamente al papa, o a Gesù, di cui il papa trasmette la parola, e non al servizio vassallatico. La loro militia avrà come vessillo quello della Vergine Maria, Nostra Signora di Puy, avrà il proprio emblema, cioè la croce, e il proprio grido Deus vult, “Dio lo vuole”.  Urbano aveva inteso che l’esercito crociato fosse composto fondamentalmente da cavalieri e da  altri ranghi militarmente utili, ma la sua predicazione di diffuse in Occidente , e uomini e donne di tutte le classi sociali e occupazioni presero la croce.

Tratto da LE CROCIATE di Elisa Giovinazzo
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