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Evoluzione della prima crociata


All’appello del papa, rispose il fior fiore della feudalità francese: Ugo di Vermandois (fratello del re di Francia), Goffredo di Buglione (Duca della Bassa Lorena), Boemondo di Altavilla, (principe di Taranto e figlio di Roberto il Guiscardo), Raimondo di Saint-Gilles (Conte di Tolosa), Roberto (Conte di Fiandra), Roberto (Duca di Normandia, figlio di Guglielmo in Conquistatore), Stefano (Conte di Blois, e Chartres). I contingenti armati si concentrarono a Costantinopoli, dove l’imperatore (Alessio Comneno) avrebbe fornito viveri e armi, in cambio della restituzione dei territori appartenuti in precedenza all’Impero, e il riconoscimento della superiore autorità sulle eventuali formazioni nate dalle vittorie franche. La spedizione partì nel giugno 1097, in mezzo a grandi difficoltà, climatiche e di conflitti interni, che Goffredo di Buglione, nominato capo dell’esercito non riusciva a tenere a freno. Il 15 luglio 1099 dopo 5 settimane di assedi e gesta di eroismo, Gerusalemme venne conquistata e la popolazione musulmana ed ebrea massacrata quasi totalmente. Conquista sorprendente date le scarse conoscenze dell’arte dell’assedio e soprattutto dal numero sempre più in diminuzione delle fila dell’esercito crociato. I capi dei vari contingenti desiderosi di terre, preferivano fermarsi e mandare avanti gli altri, il primo fu Baldovino di Fiandra, che si fece conte di Edessa, poi Boemondo di Taranto, principe di Antiochia; teoricamente questi erano vassalli del regno di Gerusalemme, assegnato a Goffredo di Buglione, con il titolo di “avvocato del Santo Sepolcro”, ma morì l’anno dopo. Gli successe il fratello Baldovino, che iniziò il consolidamento del regno e la conquista del litorale, cercando di rendere le strade più sicure per i pellegrini; alla base del suo potere stava l’esercito crociato, che rinunciando a tornare a casa aveva ricevuto in cambio dei feudi. Temporaneamente si aggiungevano coloro che giungevano per compiere un voto; i legami vassallatici non riuscirono a stabilire delle solidarietà tra la classe dominante che dovette tra l’altro fronteggiare l’ostilità della popolazione. Mentre i crociati erano in viaggio, Urbano II spinse i nobili catalani che avevano preso la croce ad adempire i loro voti in Spagna, in cambio del perdono dei peccati, e questa area divenne ben presto uno dei principali teatri di guerra in Europa.

Tratto da LE CROCIATE di Elisa Giovinazzo
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