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Differenza tra i testi “Le radici storiche dei racconti di fate” e “Morfologia della fiaba”

“Le radici storiche dei racconti di fate” di Propp comparvero in Russia nel 1946, la “Morfologia della fiaba” invece uscì nel 1928 ed ebbe un grande successo internazionale, ma queste due opere sono diverse: la morfologia è di tipo morfologico e sincronico o sincronistico in quanto si dedica ad identificare gli elementi costanti e le regole uniformi con cui vengono costruite le fiabe dette “di magia” e definite nelle radici storiche “racconti di fate”. Prima di chiedersi dove ha origine la favola bisogna chiarire in che cosa consiste ed è possibile esaminare le forme della favola  con la stessa precisione con cui si studia la morfologia delle formazioni organiche  per giungere a delle generalizzazioni. Quest’opera inoltre è in linea con il pensiero marxista.
Le radici storiche è una ricerca generica e diacronica o diacronistica in quanto cerca di stabilire per le fiabe di magia a quali epoche e a quali istituzioni  dell’evoluzione storico sociale  risalgono i contenuti dei singoli elementi costitutivi della fiaba.
La novità dell’opera di Propp sta nell’assunzione della posizione marxista per due concetti:
Rapporto struttura – sovrastruttura
Successione canonica  delle fasi dello sviluppo storico, dal comunismo primitivo alla società socialista.

Benedetto Croce sostiene che il libro di Propp si ispira e richiama ai concetti materialisti del marxismo per cui è opera di filologia e non di storia. Croce non entra nel merito della tesi e delle interpretazioni di Propp in quanto il suo tentativo era quello di illuminare i problemi storici della fiaba con concetti marxisti e di articolare questi concetti nell’analisi dei materiali fiabistici. Croce considera contraddittorie le tesi di Marx ed è insensato ogni tentativo di ricercare nella storia la genesi è l’origine delle fiabe.
Ciò che Propp intende per racconti di fate non è altro che delle principali funzioni del racconto.
La conoscenza della morfologia consente al lettore di intendere quali sono le ragioni analitiche per cui si afferma che lo studio della struttura dei racconti di fate, dimostrandone la stretta parentela reciproca, comporta due conseguenze di metodo: nessun soggetto di racconto di fate può essere studiato a sé  e che nessun motivo di racconto di fate può essere studiato prescindendo dalle sue relazioni col tutto.
Nella morfologia ci si limitava a dichiarare che è molto probabile che esista un collegamento tra forme di vita e religione e tra religione e favole e si parlava solo genericamente del rapporto tra certezze e gradi dello sviluppo socio- culturale.  Invece nelle radici storiche  queste indicazioni si precisano in riferimento al principio marxista che il metodo di produzione  della vita materiale condiziona il processo sociale., politico e spirituale della vita e la fiaba è considerata un fenomeno di carattere sovrastrutturale che deve essere collegato con la struttura economica, il modo di produzione  e il regime sociale cui corrisponde.
La conclusione di Propp è che gli elementi costitutivi delle fiabe devono essere fatti risalite ai miti e ai riti primitivi , al ciclo dell’iniziazione  e alle rappresentazioni della morte.


Tratto da LE RADICI STORICHE DEI RACCONTI DI FATE di Selma Aslaoui
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