Skip to content

L’uccello nei racconti delle fate

L’uccello nei racconti delle fate     

L’operazione di cucire l’eroe nella pelle segna l’inizio dello sparire della rappresentazione originaria dell’identità.
C’è un legame tra l’immagine dell’uccello e la rappresentazione dello spazio lontano in particolare del mare. L’usanza di cucire il cadavere in una pelle era proprio dei popoli dediti alla pastorizia e all’allevamento del bestiame, l’uccello invece è caratteristico per gli abitanti delle coste. Secondo questi popoli il regno dei morti non è oltre le foreste e i monti o sotto la terra ma di là dall’orizzonte => è il regno del sole e dell’acqua.
In questi popoli esistono immagini in legno di uccelli aventi forma di barca, il morto siede sull’uccello -> rappresentazione che nasce sotto l’influsso dei viaggi in barca.
L’uccello è l’animale caratteristico che trasporta i mori laggiù.
La concezione dominante nel popolo secondo cui le anime degli avi o di persone morte vivono in determinati uccelli si congiunge col mito secondo cui l’anima del defunto è in relazione col sole, sua futura dimora.

Tratto da LE RADICI STORICHE DEI RACCONTI DI FATE di Selma Aslaoui
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.