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Aspetti comuni delle teorie classiche del cinema


1. Sono teorie ontologiche, mirano a cogliere l’essenza del cinema, partono dal presupposto che il cinema in se stesso possieda caratteristiche e mezzi specifici presenti soltanto in esso e in nessun altra arte, forma espressiva o linguaggio.

2. Quasi tutti gli autori condividono l’idea di specifico filmico, non ammettono mai che possa essere al tempo stesso due o più cose differenti, che possa porsi con uguale efficienza al servizio di estetiche diverse o persino antitetiche, che possa privilegiare ora alcuni procedimenti ora altri. Sono ossessionati da un ideale astratto di purezza.

3. Spiccata tendenza normativa che contraddistingue il periodo in questione. Le teorie classiche pretendono di spiegare ai cineasti come dovrebbero realizzare i loro film, di fissare le regole per il loro funzionamento ottimale, dettano le condizioni della bellezza cinematografica(estetica).

4. La riflessione classica è riconducibile alla tradizione “formativa”. I teorici classici credono nell’immagine, ovvero in ciò che alla cosa rappresentata può aggiungere la sua rappresentazione sullo schermo attraverso la plasticità dell’inquadratura e le risorse del montaggio.

5. Questione del metodo. Poco inclini a nutrire preoccupazioni di metodo, preferiscono affrontare direttamente il cinema alternando intuizioni personali ricavate dall’osservazione e dalla prassi.

6. Molti protagonisti del dibattito sono anche cineasti, che giustificano a posteriori sul piano teorico le proprie specifiche scelte espressive o per fissare i principi generali destinati a orientare la loro prassi complessiva. Carattere pratico del dibattito.

7. Tratto tipico: singolare convivenza, appariscente contraddizione, di idee e parole d’ordine sull’arte mutuate dall’avanguardia accanto a luoghi comuni ereditati dall’estetica più stantia e “passatista”.

8. Quasi tutti i teorici sono convinti che il cinema sia da considerare un arte (postulato di base della riflessione classica). L’eccezione sono L’Herbier e Vertov.

Tratto da LE TEORIE CLASSICHE DEL CINEMA di Laura Righi
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