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Economia e politica economica con Luigi XIV


La seconda metà del 600 fu un’età di stagnazione per l’economia francese. Vi erano alcuni poli di attività manifatturiera (cantieristiche e tessili) ma nel mercato internazionale il posto della Francia era secondario rispetto a Inghilterra e Olanda. Tutti gli stati nell’età dell’assolutismo, in misura maggiore o minore, soffrivano di alcune carenze nella loro economia. Carenza di liquidità che imponeva allo stato la dipendenza da uomini d’affari privati, la fragilità delle strutture industriali; il deficit nella bilancia dei pagamenti. La forza dello stato moderno era direttamente proporzionale alla capacità di governare l’ economia del paese, che nell’ancien regime significava riportare in attivo le finanze statali. Fu questo l’obbiettivo che si pose il ministro di Luigi XIV, Colbert, responsabile delle finanze della politica interna tra il  1660 e il 1680. Gli interventi di politica economica promossi da Colbert andarono nella direzione del mercantilismo (politica economica di quasi tutti gli stati tra XVII e XVIII secolo che identificarono la ricchezza nazionale con la quantità di metalli preziosi disponibile e si posero l’obbiettivo di incrementarla attraverso il contenimento delle importazioni e l’aumento delle esportazioni). Per quanto riguarda l’industria, Colbert impegnò cospicui capitali statali per promuovere nuove imprese manifatturiere, soprattutto prodotti di lusso. Il privilegiare il settore manifatturiero andava a svantaggio di quello agricolo. Per quanto riguarda il commercio con l’estero Colbert formò 5 compagnie commerciali sul modello olandese inglese alimentate dai capitali statali. Il loro sviluppo fu collegato a una vasta politica coloniale verso Canada e Senegal. Per quanto riguarda il settore fiscale, legato al mercantilismo era il protezionismo: la realizzazione di una grande riserva di metalli preziosi nelle casse dello stato doveva ottenersi grazie ad alti dazi doganali sulle merci importate e incentivi e incoraggiamenti alle esportazioni. Anche il commercio interno fu appoggiato con ogni mezzo. Alla fine del ventennio colbertiano il bilancio di questa politica presentava luci e ombre. Grazie all’aumento delle esportazioni la disponibilità finanziaria dello stato etra aumentata ma nell’arco di pochi anni sia la sfavorevole congiuntura economica sia la politica bellicista di Luigi XIV avrebbero esaurito le risorse accumulate da Colbert.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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