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Il sistema imperiale spagnolo


Uno degli obbiettivi primari che si propose Filippo II fu quello di governare il suo impero sovranazionale con un’organizzazione del potere statale più articolata rispetto al passato. La centralizzazione politico-amministrativa era indispensabile ma un organismo così composito non poteva neanche essere governato con regole e procedure uniformi e non poteva essere amministrato solo dal personale e dai funzionari del paese dominante. Gli unici principi e vincoli unitari tra le diverse parti dell’impero erano la figura del sovrano, la forza della dinastia asburgica, la fedeltà al potere regio, che traeva la sua fonte di legittimità da Dio. Filippo II era sempre assente dagli altri regni che non fossero la Castiglia; così affidava a vicerè o governatori compiti politico amministrativi ampi, ma non tali da configurare una frantumazione della sovranità che doveva rimanere indivisa. Si può parlare di sistema imperiale spagnolo e in questa definizione i concetti chiave sono 2: impero e sistema. Impero è da intendersi in senso politico come una costruzione sovrastatale e sovranazionale unica nell’Europa del tempo. Il concetto di sistema, unito a quello di impero qualifica la formazione politica spagnola e si articola nei seguenti aspetti:
L’unità dinastica è l’elemento di aggregazione di questa composita formazione politica.
Il governo e la struttura interna di ogni stato devono porsi il problema delle relazioni con il sistema imperiale di Filippo e tutte le alleanze internazionali degli stati sono condizionate da esso.
Nell’idea di sistema imperiale entra anche la relazione tra l’unità della linea politica della monarchia e le diverse traduzioni realizzate nei domini spagnoli. La linea politica della monarchia di Filippo è il risultato della sintesi tra le disposizioni valide per l’intero complesso dinastico e i compromessi con le situazioni particolari e differenti di ciascun territorio.
Fino al termine del regno di Filippo, la regione guida del sistema imperiale è la Castiglia.

Il sistema amministrativo di Filippo: c’era una divisione tra consigli dipartimentali (la suprema inquisizione, il consiglio d’azienda che si occupava delle finanze dell’impero, i consigli di stato e di guerra), organi di consultazione del sovrano su alcune materie e funzioni specifiche di governo interessanti tutta la monarchia e i consigli territoriali che riguardavano il governo di singole parti della monarchia. Per cercare di far fronte alle lentezze burocratiche dei consigli e alla difficoltà di controllarne gli equilibri interni, Filippo cercò di favorire lo sviluppo dei segretari del re, organi di mediazione tra il sovrano e il consiglio. Inoltre egli operò una razionalizzazione normativa e una centralizzazione delle funzioni soprattutto nel settore finanziario.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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