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L’Italia spagnola nel 500


Nel 1559 la pace di Cateau Cambresis aveva sancito la preponderanza spagnola sui territori italiani. I costi che l’Italia dovette pagare furono:
La dipendenza di quasi la metà del territorio italiano dalla Spagna: ducato di Milano, Regno di Napoli, Sicilia, Sardegna, Stato dei Presidi.
Il drenaggio di risorse umane, economiche, fiscali, da questi territori verso gli interessi della corona asburgica, soprattutto nel mezzogiorno
Una sostanziale subalternità degli stati italiani, anche quelli non sottoposti alla Spagna, alla politica di potenza asburgica
La capillare diffusione su quasi tutto il territorio italiano, della controriforma.

I vantaggi furono:
La protezione del territorio: dopo cateau Cambresis dominare l’Italia volle dire difenderla, servirsi di essa non contro l’Europa cristiana ma contro i turchi
L’Italia non fu tagliata fuori dalla scena della grande politica: il più diretto e esteso coinvolgimento della penisola nello scontro ispanoturco offrì l’occasione a numerosi stati italiani di giocare un importante ruolo nel sistema di alleanze della monarchia spagnola.
Soprattutto nei domini diretti della monarchia (Milano, Napoli e la Sicilia), l’egemonia spagnola non fu solo dominazione, ma un sistema di rapporti politici, diplomatici, economici, sociali, fondati sull’equilibrio fra dominio e consenso. La monarchia spagnola governo secondo la logica del compromesso tra gli interessi della corona e le forze maggiormente rappresentative nei differenti stati italiani.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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