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Il servizio di gestione RSU

Se si è imprenditori, ognuno sceglie la propria soluzione. È previsto che gli stati membri dell’UE debbano pianificare la gestione dei rifiuti; l’Italia l’ha delegato alle regioni.
Programma di prevenzione→ entro una certa data bisogna raggiungere una riduzione del 20%.
Per gli RSU bisogna imporre obiettivi di riciclaggio entro il 2020 del 50% e del 70%.
In genere per i rifiuti speciali si danno indicazioni solo sulla localizzazione degli impianti di trattamento (sia pericolosi che non).
Per gli RSU c’è una gestione pubblica: bisogna valutare la produzione di RSU, compresa la razione merceologica. La pianificazione sarà atta a implementare i sistemi impiantistici di trattamento.
Dato che la produzione di RSU non è imputabile al singolo, se ne prende carico il pubblico; si inizia a pensare agli obiettivi chiedendosi se esistono impianti sufficienti a raggiungerli. Se non ci sono, il pubblico deve implementare un’impiantistica necessaria a smaltire la quantità sufficiente di RSU, attraverso la discarica, l’incenerimento e la raccolta differenziata. La pianificazione riguarda anche la differenziata in termini di flussi. L’autorizzazione all’esercizio dell’impianto viene rilasciata solo se questo è consono allo smaltimento di quanto dichiarato.
La pianificazione degli RSU prevede una divisione in Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), a cui convergono tutte le amministrazioni che formano un ente di gestione che fa pianificazione individuando i fabbisogni impiantistici.
La durata della gestione da parte dei soggetti affidatari non è inferiore ai 15 anni.

Tratto da LEGISLAZIONE ANTI-INQUINAMENTO di Marco Cavagnero
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